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Gli ispettori di Sacconi nella clinica

Roma«Con la visita degli ispettori nella clinica La Quiete sono confermati i dubbi sulla regolarità del ricovero di Eluana Englaro sia sotto il profilo amministrativo sia per quanto riguarda l’applicazione del protocollo che non è disciplinato e non ha alcun riferimento normativo».
Il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, già nei giorni scorsi aveva lasciato intendere che l’esecuzione della sentenza della Corte d’appello di Milano sulla sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione avrebbe potuto essere fermata forse anche per motivazioni amministrativo burocratiche. «Insisto sull’incompatibilità di quella sentenza con il servizio sanitario nazionale - aggiunge la Roccella -. Le modalità di quelle procedure non sono previste dai nostri Lea, i livelli essenziali di assistenza, non sono comprese nei nostri drg (la classificazione delle patologie per le quali si viene ricoverati, ndr), non sarebbe possibile attuare neppure la procedura di rimborso standard. In questo caso specifico poi non si profila neppure l’ipotesi di accanimento terapeutico. Dunque tutto l’insieme risulta incompatibile con le finalità del sistema sanitario». Ma quella del governo è davvero una corsa contro il tempo che a questo punto è agli sgoccioli visto che dopo il distacco del sondino non è possibile fare ipotesi sulla sopravvivenza della donna in coma da 17 anni. Ecco perché, caduta l’ipotesi del decreto e visti i tempi più lunghi che impone l’eventuale varo di un ddl ad hoc, ieri il ministro della Salute ha inviato tre ispettori medici alla clinica La Quiete assieme a un ufficiale dei Nas. Nulla è stato tralasciato né dal punto di vista amministrativo né da quello medico. È stata acquisita tutta la documentazione relativa al ricovero anche presso l’Azienda sanitaria dalla quale dipende la casa di riposo. Nella clinica invece gli ispettori hanno meticolosamente rilevato le modalità con le quali la struttura pubblica ha di fatto dato in carico all’associazione privata Per Eluana la gestione della procedura di distacco del sondino e quindi dell’accompagnamento alla morte. Sono anche stati nella stanza della donna. L’ipotesi è che alcuni di questi passaggi se non tutto il processo presentino profili di irregolarità amministrativa tali da inficiare la regolarità della procedura. Con la relazione degli ispettori medici e dell’ufficiale dei Nas in mano il governo ritiene di poter trovare il modo di agire anche se a questo punto ogni minuto che passa rischia veramente di rendere qualsiasi intervento davvero difficile e probabilmente inutile.
Roccella comunque, come già aveva fatto il ministro Maurizio Sacconi, garantisce che il governo non «farà il Ponzio Pilato» e non resterà a guardare perché Eluana non deve diventare la Terry Schiavo italiana. Oltretutto, sottolinea la Roccella «se Eluana morisse si aprirebbe un problema istituzionale in quanto sarebbe la prima cittadina italiana a morire in questo modo».

Eluana sarebbe la prima ma anche l’ultima conclude il sottosegretario perché «non c’è nessun disegno di legge presentato in Parlamento che ricostruisca la volontà di una persona sulla base di stili di vita».

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