Israele, Katsav si autosospende Olmert: "No, deve dimettersi"

Il sexgate scuote le istituzioni. Il capo dello Stato chiede di essere sospeso dal suo incarico per difendersi nel processo: "io, obiettivo di uno dei peggiori attacchi della storia di Israele". Ma anche il premier, dopo il ministro della Giustizia, gli chiede di lasciare la carica

Israele, Katsav si autosospende 
Olmert: "No, deve dimettersi"

Gerusalemme - Il presidente israeliano Moshe Katsav, accusato dei reati di stupro, violenze sessuali, abuso d'ufficio, ostruzione alla giustizia e concussione, ha chiesto di essere sospeso temporaneamente dal suo incarico. Lo riferisce il portavoce della Knesset, Giora Pordes. Katsav ha spiegato la sua decisione, che trae origine dalla impossibilità a norma di legge, di poter svolgere i compiti presidenziali, come ha spiegato l'avvocato del presidente, David Libai.

La difesa Katsav si è difeso dalle accuse di violenza sessuale e abuso di potere e le ha definite «menzogne velenose e orribili». «Non credete alla calunnia, alla diffamazione, alle bugie. C'è soltanto una verità. Sono l'obiettivo di uno dei peggiori attacchi nella storia della stato di Israele», ha dichiarato Katsav in un discorso televisivo alla nazione. Con la voce incrinata, il presidente - infuriato - ha attaccato gli organi di informazione e ha annunciato che combatterà «fino all'ultimo respiro, anche se ciò comportasse una guerra mondiale, per discolparmi». Ad un certo punto il presidente ha urlato contro un giornalista e lo ha invitato a vergognarsi di se stesso per i servizi sullo scandalo «sexygate». Intanto le richieste di dimissioni si fanno sempre più pressanti. Katsav, ha promesso di dimettersi immediatamente se sarà incriminato per le accuse di violenza sessuale e abuso di potere. Ma in serata anche il premier Olmert prende posizione chiedendo la presidente di dimettersi: "Non può più svolgere le sue funzioni".

La Livni: deve lasciare «Le dimissioni sono la scelta più opportuna nelle circostanze attuali»: lo ha dichiarato oggi Tzipi Livni, nella sua veste di ministro della giustizia (oltre che di ministro degli esteri) commentando la imminente incriminazione del capo dello stato Moshe Katsav per reati sessuali. «Dal punto di vista giuridico - ha detto Livni - anche per Katsav vale la presunzione di innocenza. Ma data la gravità delle accuse mi sembra più giusto che egli lotti per dimostrare la propria innocenza al di fuori dalla residenza del Capo dello stato». La Livni è il primo dirigente di governo a commentare la vicenda dopo che ieri il procuratore generale Menachem Mazuz ha fatto sapere di aver deciso in principio di incriminare Katsav, anche se gli concede ancora una udienza privata per far sentire le proprie ragioni.

Incriminazione Ieri il procuratore generale dello Stato di Israele, Menachem Mazuz, ha annunciato che intende incriminare il presidente per i reati che gli vengono contestati. Due mesi fa il presidente israeliano aveva detto all'Alta corte di giustizia che si sarebbe autosospeso non appena il procuratore generale Mazuz avesse preso una prima decisione in merito alla sua incriminazione. E così è stato. «Il presidente ha onorato quanto detto all'Alta corte», ha detto ieri Libai in conferenza stampa. Katsav tra l'altro aveva anche detto che si sarebbe dimesso in caso di incriminazione formale. Il presidente però insiste sulla sua innocenza, e anche il suo legale è convinto che «il procuratore generale cambierà idea dopo l'audizione» con Katsav.

«Il presidente è convinto che risulterà chiaro a tutti che lui è vittima di false accuse, e combatterà per provare la sua innocenza». Il procuratore generale, prima di procedere con l'incriminazione, ascolterà Katsav, il quale potrà fornire la sua versione dei fatti.

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