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Israele, nuovo missile per testate atomiche

da Gerusalemme

È mistero sul nuovo sistema d’arma collaudato ieri dall’esercito israeliano in una base missilistica a sud di Tel Aviv. Secondo un annuncio trasmesso dalla radio militare in mattinata (poi curiosamente scomparso nelle edizioni successive) sarebbe stato «testato con successo» un nuovo sistema di propulsione, per missili in grado di portare «testate non convenzionali», definizione generalmente usata per indicare testate nucleari.
Osservatori occidentali hanno collegato il comunicato delle autorità militari alle affermazioni rilasciate nei giorni scorsi dal premier Ehud Olmert, secondo cui «Israele non esclude nessuna opzione» nei confronti dell’Iran. Immediata è giunta la reazione del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, il quale ha dichiarato che Israele «non oserà attaccarci». «Il regime sionista non oserà attaccare l’Iran - ha detto Ahmadinejad all’emittente araba Al Jazeera - perchè la risposta iraniana sarebbe tale da farli pentire, e questo loro lo sanno bene». In realtà non è affatto certo che il sistema d’arma collaudato dagli israeliani sia effettivamente destinato ad un eventuale conflitto con l’Iran.
Secondo il ministero della Difesa, l’esperimento condotto in mattinata è stato attuato «nel quadro di un programma di difesa stratificata per neutralizzare diversi tipi di minacce: da aerei e razzi a missili balistici». Israele, che mantiene una politica di studiata ambiguità circa il suo asserito arsenale nucleare, secondo analisti militari stranieri, già dispone di missili «Gerico» in grado di portare testate atomiche a una distanza che, nella versione a lungo raggio chiamata «Gerico III», possono colpire obiettivi distanti da 4.400 a 6.500 chilometri (secondo diverse stime). Il lancio di ieri avrebbe perciò permesso di collaudare una versione potenziata, grazie a un nuovo sistema di propulsione, del «Gerico III». È tuttavia possibile che l’esperimento vada invece visto nel quadro degli sforzi che Israele sta attuando per sviluppare sistemi di difesa capaci di neutralizzare i razzi a corto e medio raggio in possesso di Hamas e degli Hezbollah. Sin dalla guerra di due anni fa con il Libano la pioggia di missili Katiusha (come in questi giorni quella di Qassam lanciati da Gaza) ha rivelato una clamorosa falla nei sistemi di difesa ai quali Israele sin da allora sta tentando di porre rimedio.

Ieri il bombardamento su Sderot, la città nel mirino dei terroristi che operano da Gaza è continuato e in serata il ministero della Difesa israeliano ha annunciato la decisione di chiudere tutti i valichi di frontiera con la Striscia.

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