da Roma
Il deficit del primi nove mesi, rileva lIstat, ha toccato il 4,4% del Pil: un dato che si avvicina molto allobiettivo del 4,3% concordato con Bruxelles, ma che egualmente offre spunti polemici al centrosinistra. Il dato finale dovrà tener conto delle manovre aggiuntive del governo, ma anche delle entrate fiscali che si concentrano tra la fine di novembre e i primi di dicembre. E del resto, considerando il solo terzo trimestre 2005, lIstat evidenzia un deficit del 3,7% contro il 4,2% dello stesso periodo 2004. Migliora, sempre nel terzo trimestre, anche lavanzo primario, che tuttavia nei primi nove mesi del 2005 segna un risicato + 0,5% del Pil, contro l1,3% dello stesso periodo 2004. Senza alcune operazioni di swap, il rapporto deficit-Pil dei primi nove mesi sarebbe stato pari al 4,6%.
Di fronte a queste cifre, lopposizione va allattacco, e lex ministro del Tesoro Vincenzo Visco (Ds) si spinge a dire che i dati dellIstat testimoniano la «catastrofe» dei conti pubblici. «LIstat ci riporta bruscamente alla realtà», aggiunge Linda Lanzillotta, della Margherita. In realtà, tutti gli economisti sono di avviso opposto. «Prudenza nei commenti - avverte Riccardo Deserti, amministratore delegato di Nomisma, listituto bolognese vicino a Romano prodi -: i primi nove mesi sono peggiorati, ma lultimo trimestre è migliore». Secondo Salvatore Parlato, di Ref (Ricerche economia e finanza), «i dati sembrano coerenti con lobiettivo del governo di un rapporto deficit-Pil del 4,3% a fine 2005». Anche per gli economisti di Mps Finance, lobiettivo del governo appare «a portata di mano».
Quel che è davvero importate, secondo il Fondo monetario internazionale, è che fino alle elezioni del 9 aprile il governo italiano mantenga sotto controllo la spesa pubblica. «Le priorità del prossimo governo - aggiunge il portavoce del Fmi, Tom Watson - dovranno essere il consolidamento di bilancio e le riforme strutturali, per migliorare la flessibilità e la competitività delleconomia italiana».
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