da Milano
Dopo un 2006 record, Italcementi guarda al 2007 con ottimismo, nonostante limpatto negativo dei maggiori costi di fine anno. Gli investimenti già avviati (gli ultimi hanno riguardato lIndia) ed eventuali acquisizioni (la disponibilità complessiva è nellordine di 1,5 miliardi), saranno i principali pilastri per la crescita. «Il 2006 è stato un anno straordinario», ha detto ieri lad del gruppo, Carlo Pesenti, presentando un bilancio con una crescita dell'utile netto del 20,5% a 651,4 milioni, mentre i ricavi sono saliti del 17,1%.
Il margine operativo lordo ha segnato un aumento del 25,5% a 1,44 miliardi, e il risultato operativo è salito del 32% a 1 miliardo. Il cda ha proposto un dividendo di 0,36 euro per azione contro 0,33 del 2005. Nel futuro del gruppo ci potrebbe essere la Cina, «dove si stanno esaminando varie opzioni», ha detto Pesenti, e non è esclusa la quotazione sul mercato locale nei Paesi emergenti, a cominciare dallIndia. Mentre è di grande attualità anche il potenziamento della flotta (oggi conta 2 imbarcazioni) attraverso «una possibile joint venture con altre flotte», forse anche italiane, nellintento di massimizzare lefficienza e di diminuire la dipendenza dal mercato dei noli. Ma Pesenti ha colto loccasione per lanciare anche un allarme di politica industriale: «Abbiamo 1-1,2 miliardi di investimenti in Italia che non riusciamo a portare a termine per problemi autorizzativi». Si tratta di ammodernamenti di impianti, richiesti dalle direttive Ue, per limitare linquinamento di anidride carbonica.
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