Italease, Banco Popolare lancia un’Opa sul 100% e chiede i Tremonti-bond

Salvataggio in tre mosse. La società di leasing verrà scissa in due newco che saranno successivamente ricapitalizzate

Passa attraverso un’Opa, un riaccorpamento delle attività e una ricapitalizzazione il salvataggio di Italease deciso nel fine settimana. Protagonista, il Banco Popolare, di cui da tre mesi tiene saldamente in mano le redini Francesco Saviotti. Il quale ieri ha voluto lanciare al mercato una serie di messaggi forti: il Banco avrebbe chiesto l’erogazione dei Tremonti bond indipendentemente dall’operazione su Italease, e li rimborserà in anticipo (è la prima banca ad aver fatto richiesta per 1,45 miliardi); la liquidità del gruppo è tale da poter far fronte anche a eventuali incognite di percorso; l’attività del gruppo va bene anche nei primi mesi del 2009, e i segnali dal territorio - la clientela più tipica è la piccola e media impresa - sono positivi.
L’operazione, cui hanno collaborato Banca d’Italia e Consob, si svilupperà in più fasi. La prima, il lancio in primavera di un’Opa con cui il Banco Popolare intende portare al 100% la sua presa, che oggi è di poco superiore al 30%. Gli altri soci - Bper, Bps, Bpm e Reale Mutua - hanno già annunciato che conferiranno i propri pacchetti; il 50% circa di Italease è sul mercato. Il prezzo sarà di 1,5 euro, con un premio sui corsi del periodo: ieri il titolo ha strappato dell’11%, portandosi a 1,46 euro. Parallelamente il Banco Popolare ha perso il 10,16%, a 2,21 euro.
La seconda, dopo il delisting della società di leasing, sarà lo «spacchettamento» di Italease in due newco nelle quali verranno trasferiti principalmente i crediti incagliati (nella bad company) e le attività in bonis (la good company). Nella prima il Banco Popolare avrà l’80%, affiancato, per il restante 20%, da Bper, Bps e Bpm. Nella seconda avrà il 32,8%, affiancata dagli stessi soci con i due terzi. Gli ultimi dati a fine 2008 indicano i crediti incagliati di Italease in 3,7 miliardi (rispetto ai 202 milioni del 2007); ma il 90% di queste partite è rappresentato da contratti di leasing immobiliare, in parte riferiti a immobili di pregio localizzati nel centro di Milano e di Roma.
La fase tre sarà rappresentata dagli aumenti di capitale delle due newco, quantificabili con precisione soltanto dopo la definizione dei conti di Italease (il bilancio sarà approvato il 28 marzo); in linea di massima, gli aumenti saranno di 3-400 milioni per ciascuna della due società, e saranno finanziati pro quota dai soci. L’impegno complessivo per l’intera operazione di salvataggio sarà dunque prossimo a un miliardo di euro; la parte al momento certa a carico del Banco Popolare è costituita dall’importo dell’Opa, pari a un esborso massimo di 179 milioni.
Saviotti ha commentato: «Era una cosa che dovevamo fare, in tutte le analisi sul Banco popolare c’era sempre la spada di Damocle di Italease. Adesso l’abbiamo sistemata».

«Abbiamo - ha aggiunto - la forza patrimoniale, economica e finanziaria per gestire questa situazione: la gestiremo in tutta tranquillità. Non sono venuto a Verona per fare il traghettatore» né, tantomeno, per «vendere i gioielli di casa come il Creberg».

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