«Italia, attenta a respingere la Tav In Francia chi l’ha fatto si è pentito»

Il presidente delle Ferrovie francesi: «L’alta velocità è la scelta più ecologica»

da Parigi

La Tav in Val di Susa continua a essere ostaggio delle polemiche. Ecco Guillaume Pepy, presidente della Sncf (le ferrovie francesi), dire: «L’esperienza dimostra che quando una via è bloccata, il progresso non si ferma: semplicemente sceglie un altro cammino». Pepy fa l’esempio delle località francesi che negli anni Settanta e Ottanta hanno rifiutato l’alta velocità e che adesso piangono su quella loro scelta. Per l’Italia il rischio è grave: senza la Torino-Lione, il «corridoio» tra est e ovest dell’Europa sarebbe zoppo e gran parte del traffico passerebbe per la Germania.
Che cosa pensa del problema Tav tra i nostri due Paesi?
«In Francia non avevamo immaginato che la parte italiana del progetto avrebbe sollevato una tale polemica ed è vero che questa polemica ci impressiona molto. Agli oppositori delle nuove linee ferroviarie io dico: il treno è fatto per voi, è dalla vostra parte. Pensate solo all’inquinamento che verrà evitato collocando le merci sui convogli di nuova generazione».
Lei è ottimista?
«Penso che alla fine i problemi verranno superati. L’alta velocità è una scelta azzeccata. In Francia c’è una rete Tgv di duemila chilometri (sui 32mila complessivi delle strade ferrate nazionali) e le prenotazioni sull’alta velocità corrispondono ormai al 76% dei posti disponibili, circostanza che consente una gestione dei prezzi vantaggiosa per la clientela: il contenimento dei prezzi è un concetto indissociabile dal tasso d'occupazione dei posti».
I nostri Paesi si aprono alla concorrenza tra vari gestori del traffico ferroviario. Pensate di esportarvi in Italia?
«Quando si va in un Paese bisogna essere i benvenuti. In Gran Bretagna siamo presenti con gli Eurostar. In Germania siamo i benvenuti e la Deutsche Bahn è benvenuta in Francia, pur essendo nostra concorrente. Oggi gli altri operatori, a cominciare proprio dalle ferrovie tedesche, hanno il 10% del traffico merci in Francia».
Quali sono i vostri progetti?
«Vogliamo servire la gente, facilitandone la mobilità e riducendo l’inquinamento. Pensiamo a esperienze nuove, come quella di creare nelle stazioni ferroviarie centri per l’affitto di auto elettriche, destinate al traffico cittadino. Qualcosa di simile all’attuale "affitto facile" delle biciclette a Parigi e in altre città».
Voi siete grandi consumatori d'energia elettrica. Che cosa pensa del nucleare?
«Per le ferrovie francesi è un privilegio straordinario poter dire che il 93% della loro energia viene dalle centrali nucleari: noi riduciamo l’inquinamento e usiamo energia prodotta senza generare effetto serra».
La Sncf resterà pubblica? Come vanno i vostri conti?
«La Sncf appartiene allo Stato e non c’è alcun progetto di privatizzazione.

I nostri dipendenti sono 220mila, il fatturato 2007 è stato di 24 miliardi con un utile netto di un miliardo. Il nostro obiettivo è di portare in cinque anni il fatturato a 36 miliardi (grazie anche ad alcune acquisizioni) e l'utile a due miliardi».

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