Nemmeno le locuste di biblica memoria hanno fatto danni quanto loro. Disobbedienti, No Global, No Tav, Black bloc, Indignados, anarchici, Carc, popolo di Seattle, Tute bianche, centri sociali, Ribelli hanno sfasciato, incendiato, divelto, minacciato e picchiato. In dieci anni, dal Global Forum di Napoli passando per l’inferno del G8 di Genova fino alle devastazioni romane di pochi giorni fa, questi teppisti hanno provocato almeno 300 milioni di euro di danni diretti e indiretti. La cicatrice che hanno lasciato sulla pelle del Paese unisce Nord e Sud, senza distinzione. Con un bilancio da brividi. Tutto a carico dei contribuenti.
ROMA CAPUT SCONTRI
In quattro anni, dal 2007 al 2011, la Capitale ha subito danni per oltre 40 milioni di euro. Solo per i disastri di sabato scorso, bisognerà riparare 1.200 mq di sampietrini, 30 pali della segnaletica stradale, 300 mq di percorsi per non vedenti, 50 cestoni di ghisa, 80 cassonetti, 3mila metri quadrati di mura cittadine. A cui bisogna aggiungere un extra di 250mila euro per i guasti alla linea Metro (1.500 corse perse, 2.500 limitate, 13 cancellate e 20 telecamere di videosorveglianza distrutte) e un altro di 80mila per le spese straordinarie sostenute dalla polizia municipale ( 300 unità in servizio, una vettura danneggiata e 3 garitte demolite).
Incalcolabili i danni al turismo e all’immagine di Roma (già si registrano le prime disdette di tour operator). Almeno un milione di euro i mancati guadagni dei commercianti e un altro milione di danni ai privati. Il 15 dicembre 2010, la protesta contro il governo portò al danneggiamento di 23 auto e 8 motorini, alla devastazione di vetrine e saracinesche per 150mila euro. Ancora prima, il 10 giugno 2007, per la visita di George W. Bush a Roma, alla stazione Tiburtina, 300 scalmanati scatenarono una vera e propria intifada contro le forze dell’ordine. Danni incalcolabili anche lì.
ALTA VELOCITÀ, DI TIRO
Il 23 luglio 2011, a Chiomonte (in provincia di Torino), la battaglia inizia all’imbrunire. L’assedio al cantiere Tav dura 4 ore: 600 dimostranti battagliano con sassaiole, incendi e una pioggia di fuochi artificiali. La tecnica è quella dei vietcong: attacchi mordi-efuggi.
Alla fine dell’assedio,il vicino villaggio neolitico (risalente a 6mila anni fa) è ridotto a un cumulo di macerie.
MILANO A MANO ARMATA
A Milano, l’11 marzo 2006, le forze dell'ordine sequestrano l'arsenale del «Presidio antifascista»: bastoni, tirapugni, pietre, una tanica di benzina, passamontagna, coltelli a serramanico, bombe carta con chiodi a tre punte, estintori e martelletti. La conta dei raid è: 6 auto in fiamme, 3 vetrate di McDonald's infrante e il call center di An distrutto, 18 feriti e 41 arrestati. Il gip che firma gli ordini di cattura parla di «eccezionale animosità» e di «una singolare volontà di contrasto alle autorità, all’ordine costituito, alle leggi e alla pacifica convivenza».
VEDI NAPOLI E POI...
La prova generale del disastro di Genova è avvenuta Napoli, 17 marzo 2001. Scontri violentissimi. Danni ovunque. Cinque poliziotti feriti, altrettanti carabinieri. Sfondate le vetrine di quattro istituti di credito e dell’Adecco, agenzia per il lavoro interinale. In tilt 50 bancomat. Danni ai monumenti del centro storico. Porto bloccato per un’intera giornata. La protesta contro il «Global Forum»calcolando per difetto costerà oltre 7 milioni di euro.
GENOVA IN FIAMME
In principio erano 10 miliardi di lire, poi 15, poi 20. Alla fine il conto è di 50 milioni di euro.
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