Sono l'Italia e il Giappone le regine dell'estate 2009. Tempi di rientri e di riprese lavorative, ma tempi anche dei primi bilanci. Tempi di crisi che l'e-commerce ha monitorato grazie alla sorveglianza di Expedia.it che ha tenuto sotto controllo le prenotazioni fatte dagli italiani attraverso il computer, first o last minute che fosse. E allora, il consuntivo che ne esce parla chiaro: vacanze caserecce per moltissimi nostri connazionali, nel senso, beninteso, di ferie trascorse in località del nostro Paese. Le preferenze sono salite del 19,2 per cento rispetto all'estate di un anno fa. Molto hanno inciso i soggiorni brevi e ripetuti, come i frequenti week end al posto di periodi più lunghi e tanto ha inciso pure la volontà di risparmiare su trasferimenti più impegnativi, talvolta perfino intercontinentali.
Insomma città d'arte, piccoli centri italiani, luoghi di relax, vicini e accessibili senza sforzi particolari sono stati preferiti a trasferte di maggiori pretese. Al secondo posto delle preferenze gli Stati Uniti anche a causa del vantaggioso rapporto di cambio euro-dollaro che ha spinto molti a un giro on the road negli States o alla visita delle metropoli più note e più ambite. In graduatoria anche l'Inghilterra dai prezzi meno proibitivi rispetto a qualche tempo fa, la Germania, in particolare Berlino, dove si svolgevano i mondiali di atletica e la Spagna sempre ambita dal turista tricolore. Tra le mete predilette anche la terra dei cugini d'Oltralpe, vicina quanto basta per divagarsi veramente, assaporare il gusto di aver sconfinato ma senza allontanarsi necessariamente troppo.
Tra le mete emergenti degli ultimi anni spicca maggiormente la scelta di molti viaggiatori che hanno optato per il Giappone e la Svezia. Due mete diversissime, lontanissime l'una dall'altra, ma egualmente di grande presa sul pubblico. Triplicati rispetto al 2008 i visti richiesti per entrare nel regno del Sol levante con un tasso di crescita del 207,5 per cento che segna un boom senza precedenti. Cifre importanti anche per la Svezia che cresce nei desideri dei partenti per il 68 per cento, un bottino consistente ma che, necessariamente, subisce un ridimensionamento davanti allo strapotere del fascino nipponico, mai prima d'ora altrettanto sensibile.
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