Italia promossa da Istat e Ocse Funziona l’azione di governo

AUTO Gli incentivi alla rottamazione hanno avuto un effetto migliore del previsto

La produzione industriale in agosto è aumentata molto più del previsto. Sul mese precedente vi è una crescita del 7 per cento. Gli analisti prevedevano solo un rimbalzo dello 0,6 per cento. Tuttavia, questo aumento non deve trarre in inganno. Esso è elevato, anche perché l’indice Istat della produzione industriale del periodo gennaio-agosto di quest’anno sul precedente è al livello di -21%, ne consegue che se si confronta l’andamento dell’agosto di quest’anno con quello dell’agosto del 2008, si ha un -18%. Dunque, semplificando si può dire che la ripresa c’è ed è consistente, ma, nell’industria, non siamo ancora a un livello normale. Il protagonista principale di questa ripresa è il settore dell’automobile, che registra un picco di +50 per cento, rispetto al mese precedente, a parità di giorni lavorativi. È chiaro che gli incentivi al settore dell’auto hanno funzionato, meglio del previsto. In un primo tempo, le case di auto hanno sgombrato i piazzali dalle code di veicoli invenduti, poi è venuto il secondo tempo, quello del ritorno della produzione a ritmi quasi normali. Ciò spiega il balzo in su di agosto. Assieme al settore dell’auto ha avuto un forte recupero anche la lavorazione dei metalli, di cui il principale comparto è la siderurgia, che cresce sul luglio del 16,5 per cento. In parte si tratta dell'indotto dell’auto, ma in parte del risveglio dei vari settori dei beni intermedi e dei beni strumentali, ossia dei semilavorati e dei beni di investimento, per il mercato interno e per l’esportazione e dei semilavorati. Essi sono quelli che hanno più sofferto della crisi, ma anche quelli che ora danno maggiori segni di recupero. Infatti se si considerano i dati del trimestre giugno-agosto del 2009, in confronto a quelli del corrispondente trimestre del 2008 si vede che vi è un aumento notevole, il 4 per cento, che però risulta da una media, fra settori che sono cresciuti di più e settori che sono cresciuti di meno. Ed il dato interessante, all’interno di tale media, è costituito dalla ripresa differenziale sia del settore dei beni strumentali, cresciuto del 7 per cento, che del settore dei beni intermedi, che è aumentato del 9,2 %. Quest’ultimo dato è di particolare interesse, dal punto di vista delle analisi congiunturali. Infatti la dinamica dei beni intermedi segnala in anticipo quello che può essere l’andamento dei beni finali, di consumo o di investimento: infatti è con quelli che si fabbricano questi. E l’Ocse elabora periodicamente un super indice dell'andamento della congiuntura economica, denominato Clis (composite leading indicators, indice composito degli indicatori leader) che si basa soprattutto sull’andamento della produzione dei beni intermedi. Ciò in quanto, appunto, essa «trascina» quella successiva degli altri settori. L’indice viene rilevato dall’Ocse da molto tempo e si è potuto accertare che le previsioni che esso dà sul futuro a breve termine dell’economia sono generalmente affidabili. Tale indice, per l’agosto, per l’Italia, conferma le indicazioni che si possono trarre dall’analisi dei dati dell’Istat. Infatti per l’Italia in agosto c’è uno scatto di 10 punti rispetto all’agosto del 2008. Il nostro Paese è quello che ha l’aumento più elevato dell’area euro, seguito dalla Francia. In effetti, per il complesso dei paesi industriali che fanno parte dell’Ocse l’aumento è solo lo 0,5 mentre per gli Usa è -1,6 punti sull’anno prima, in Giappone di -5 punti e nell'euro zona segna +4,1 punti.
Dunque l’Italia si sta riprendendo meglio di altri, ma mentre l’euro zona è in consistente miglioramento, ciò non si rileva negli Usa e nel Giappone. Se si volesse estendere il panorama bisognerebbe considerare le previsioni sulle economie dei paesi emergenti, che sono più ottimistiche di quelle degli Usa e del Giappone. Dunque, il quadro internazionale è variegato, con una ripresa che dal punto di vista geografico è a scacchi o chiazze.

E l’Italia, che ha subito la crisi internazionale in modo violento, in quanto è un paese esportatore (il nostro commercio estero supera il 20% del prodotto nazionale) ora si sta risollevando più velocemente di altri paesi colpiti dalla crisi, in relazione alle esportazioni, grazie alla competitività del suo apparato produttivo e alla politica del governo a ciò favorevole. Ma non si deve dire «gatto» finché non lo si ha nel sacco..

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