Alicante - La testa del moro, la parte della montagna di Alicante che si sgretola dove c'è il castello conquistato da Alfonso il Savio per mettere polvere nei meccanismi rallentati di Azzurra, umile, ma modesta, le mani di Tony Parker, il moro artista, creatore di gioco che quando vede nemici troppo interessati alla sua pelle si scatena e ti fa danni, 36 punti sono stati un danno incalcolabile, per lasciarci con il sapore della sabbia in bocca, zero punti in classifica da portare eventualmente a Madrid se questa sera la squadra di Charlie Recalcati non sarà così depressa da farsi mettere sotto anche dalla Polonia.
Sembrava di essere su second life, l'Italia con due giocatori virtuali da Nba, Bargnani che già ci gioca è partito anche bene, suo il 7-0 di partenza, ma poi ha cominciato a fare il capriccioso, perché secondo lui i compagni non vedevano che era sempre in vantaggio di centimetri povero cocco, come se la pressione sui portatori di palla non fosse spietata, e il Belinelli che andrà a Golden State, ma intanto si è trovato stampato in faccia il pallone troppe volte e troppe volte ha osato tiri che non hanno avuto un buon rapporto con i ferri dei canestri di questa arena che sembravano diventati ostili quando avevamo più bisogno di fortuna.
Noi con i campioni virtuali, la Francia con Parker, ma anche con Boris Diaw la luce degli occhi di D'Antoni a Phoenix, uno umile per fare il gregario e per cancellare avversari, ma anche per colpire duro, così come ha fatto Tariq Kirksay, naturalizzato di New York che si è inventato canestri importanti quando ancora eravamo testa a testa.
Battuti da gente più forte, più paziente, mentre l'Italia che è stata persino piacevole nei primi 20 minuti ha visto spegnersi le luci del faro quando ancora c'erano da schivare rocce pericolose e nel terzo tempo siamo andati a sbattere con la prua contro il molo del Postiget, barca ben diversa da quelle luminescenti dove i francesi stappavano champagne. Umili abbastanza per non alzare mai il ritmo, ma anche costretti a miscelare uomini che non ci sono come Marconato e Basile. Male il tiro da 3 in generale con Belinelli da 2 su 8, malissimo nei liberi, il 46 per cento che vuol dire già castigo in una partita senza domani. Dicevamo di Bargnani partito bene, ma poi svanito nell'aria torrida mentre Parker lo stuzzicava e non per dirgli che lo trovava simpatico, nello stile Texas che lo ha lasciato sbalordito. Bargnani non ha tirato testate, Parker ha invece piantato chiodi insieme al Kirksay che gioca a Nancy, tenendo la Francia nella rotta quando doveva inseguire, dandole la luce per il ribaltamento del terzo quarto, un 20-11 che ci ha stordito, anche se non ci ha messo proprio per terra.
Miscelando uomini che in troppi casi ti guardano con occhi spenti Recalcati ha ritrovato qualcosa con il Mancinelli ispirato alla sua maniera, anche nei viaggi oltre il senso del gioco e del tempo, ha sentito ancora il piacere del vantaggio con Bargnani a 4'07" dalla fine, ma in quel momento, mentre si rompeva il cronometro, più debole degli esasperanti suonatori di trombette, la nostra notte nella costa Blanca diventava nera: Parker, Kirksay, un Pietrus molto più solido del Diawara di Denver, stampavano il 10-0 che voleva dire resa incondizionata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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