Gli italiani: «Colpa delle barche degli spettatori»

da Valencia

È Michele Ivaldi il portavoce di Luna Rossa dopo la seconda sconfitta. Un compito difficile, ora che bisogna parlare della seconda sconfitta di fila e di questi kiwi che sembrano dettare legge, un compito che però sopporta con stile.
Come vi siete preparati all’incontro?
«Dei kiwi sappiamo tutto: li studiamo da quando hanno varato la barca. Conosciamo i codici delle loro vele. Che bulbi hanno, come portano la barca. Diciamo che la loro è della stessa scuola della nostra. Dalle semifinali sono cambiate le condizioni del mare, la flotta degli spettatori alza onda. Ieri nella prima poppa era come essere in una centrifuga».
Come mai per due volte la chiamata del primo salto era sbagliata?
«Per due giorni il team meteo ci ha dato indicazioni non ottimali. È una cosa rara perché finora ha sbagliato pochissimo».
Cosa è determinante per vincere?
«Queste regate si decidono al primo incrocio. Contro Bmw Oracle le nostre partenze erano ottime, adesso ci consideriamo pari e James resta in gran forma. Sono diversi gli schemi e l’avversario».
Ci sono punti deboli per colpirli?
«Siamo cresciuti tutti, anche loro sono migliorati molto. In questi due team non trovi evidenti punti deboli. Forti le barche, gli uomini. Sono diversi gli stili della tattica.

Loro applicano solo quella canonica di match race, noi possiamo cambiare registro, lavorare sul vento o sull’avversario. D’altra parte conosciamo bene il loro stile, loro sono contenti di vincere per due metri. Non ci daranno mai la possibilità di passare, non lasceranno mai la porta aperta».

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