Economia

Gli italiani sotto la lente del «redditometro»

La crisi aguzza l’ingegno: se i redditi calano, l’Agenzia delle entrate affila le armi per la lotta all’evasione. Ultima chiamata quindi per gli evasori all’estero - lo scudo fiscale sta per partire e «chi non lo farà troverà pane per i suoi denti», avverte a Radio3 il direttore dell’Agenzia Attilio Befera -, mentre sul fronte interno si punta sul «cavallo di battaglia», ovvero l’accertamento sintetico, mettendone in pista per quest’anno 15mila. Si utilizza cioè il famoso «redditometro» per confrontare le cifre dichiarate al fisco e quelle spese: una differenza che promette di essere significativa, dal momento che, come confermato da un’indagine del Sole 24Ore, l’italiano medio dichiara 100 ma spende 120. Il che si traduce, secondo l’Agenzia delle entrate, in 100 miliardi di evasione fiscale annua. Un «tesoretto» che in questo momento difficile lo Stato non può assolutamente permettersi di lasciare sepolto.
E per spiazzare l’evasore l’Agenzia delle entrate capovolge la strategia tradizionale: «Finora l’impegno era quello di far emergere il reddito non dichiarato - spiega Befera -. Adesso stiamo affinando la qualità dell’accertamento: vogliamo vedere se quello che dichiarano corrisponde a quello che spendono. Basta con chi dichiara ottomila euro e poi si compra auto di lusso». E non solo: sotto la lente del fisco finiscono anche i viaggi, la frequenza di beauty farm e l’iscrizione a circoli d’élite, che si aggiungono ai classici yacht, cavalli - «da corsa o da equitazione», come recita la tabella ministeriale -, prime e seconde case, collaboratori familiari e perfino le assicurazioni di ogni tipo (escluse solo quelle sull’uso di veicoli a motore, sulla vita e contro infortuni e malattie). E a chi obietta - come hanno fatto molti ascoltatori durante la diretta radiofonica - che il peso fiscale è spesso insopportabile, Befera replica da tecnico: «Il livello impositivo è un problema del Parlamento e del governo».
Il sistema comunque è già collaudato e promette buoni risultati: il numero di accertamenti basati sul redditometro e definiti a favore del fisco nel 2008 è stato il 108% in più rispetto al 2007, e le maggiori imposte che ne deriveranno sono state lo scorso anno il 214% in più rispetto al precedente. Al 31 agosto del 2008 erano stati effettuati 4.350 controlli di questo tipo, con una maggiore imposta accertata pari a quasi 64 milioni di euro.
Ma dalla campagna a tappeto di quest’anno il fisco si aspetta molto di più: e a dargli ragione provvede la cronaca, che proprio ieri ha presentato una storia che potrebbe sembrare inventata ad hoc, ma è vera. Quella di un agricoltore veronese che dal 2000 ha dichiarato solo una misera pensione da cinquemila euro all’anno, ma si è appena comprato un terreno che ne costa quasi 700mila: per l’esattezza, 672.920,44 euro comprese le tasse, che la Finanza ha provveduto a recuperare, insieme a una multa salatissima.

All’erario, l’uomo aveva dichiarato solo centomila euro: una cifra sufficiente, però, per insospettire le Fiamme gialle, visto l’esiguo reddito dichiarato dall’agricoltore.

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