Chiedeva il «pizzo» ai parcheggiatori abusivi. Era diventato un piccolo boss: 23 anni, originario della Costa dAvorio, D.S. ogni giorno incassava centinaia di euro dagli altri extracomunitari in cambio della sua «protezione». «Se vuoi lavorare qui come posteggiatore devi darmi 50 euro», la sua richiesta. Questa la cifra che la maggior parte degli stranieri era costretta a sborsare allivoriano, pena una scarica di botte. Il giovane, difatti, girava per il lungomare di Ostia scortato da un paio di energumeni, sempre pronti a punire con le maniere forti quanti si ribellavano alla tassa assurda. Una gabella su denaro a sua volta estorto ai malcapitati automobilisti, costretti a elargire dai 3 ai 5 euro ai vari personaggi che si dividono il mercato estivo del posto-auto. Dagli spiazzi di proprietà comunale di fronte agli stabilimenti balneari alle aree sosta di fronte allospedale Grassi o al poliambulatorio Asl Rm D di Casal Bernocchi. Una storia che si ripete: o paghi o ti ritrovi le gomme a terra, lo specchietto saltato o la fiancata graffiata. Laltra sera, in largo Giuliano da Sangallo, vicino allex colonia Vittorio Emanuele III, D.S. fa punire dai suoi «scagnozzi» un marocchino che di pagare il pizzo non ne vuol sapere. Laggressione viene notata da due carabinieri in borghese del nucleo operativo di Ostia, che accorrono in difesa del poveretto e bloccano livoriano mentre i complici se la danno a gambe levate. In caserma per il giovane scatta il fermo con laccusa di tentata estorsione in flagranza di reato. Per lui si aprono le porte di Regina Coeli, in attesa di essere interrogato e della convalida dellarresto.
Nella capitale, invece, un parcheggiatore «fai-da-te» di 33 anni, pregiudicato di origini napoletane, è stato arrestato dai carabinieri della stazione Flaminia. Poche ore prima aveva semidistrutto la carrozzeria di una macchina come ritorsione al mancato pagamento da parte del proprietario. «Voleva 6 euro per fami parcheggiare lauto in un posto pubblico - spiega lautomobilista -. Gli ho detto che non gli avrei dato nemmeno un centesimo, nonostante lui mi avesse minacciato più volte». Appena luomo si allontana, il delinquente afferra un oggetto appuntito, probabilmente un collo di una bottiglia, e lascia la sua «firma» su tutti e cinque gli sportelli, cofano motore e tetto.
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