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Izzo, Strasburgo condanna Italia per semilibertà

Con la concessione della semilibertà al "mostro del Circeo", scrive la Corte dei diritti dell'uomo nella sentenza, il nostro Paese ha violato il diritto alla vita di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, uccise da Izzo nel 2008. Ai familiari 45mila euro di risarcimento danni

Izzo, Strasburgo condanna Italia per semilibertà

Strasburgo - La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia per aver concesso la semilibertà al mostro del Circeo, Angelo Izzo. Concedendogli nel 2004 la semilibertà, sottolinea la Corte, le autorità italiane hanno violato il diritto alla vita di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, uccise da Izzo il 28 aprile 2008 mentre godeva di questo beneficio. La Corte ha anche stabilito che le autorità italiane dovranno risarcire i familiari delle vittime con 45mila euro per danni morali.

Il ricorso I familiari di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, avevano presentato ricorso nel luglio del 2006. I ricorrenti hanno sostenuto che, concedendo la semilibertà ad Izzo, era stato violato il diritto alla vita, sancito dall’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, delle due donne. Oggi i giudici di Strasburgo hanno dato loro ragione.

Legge applicata male Nello stabilire che le autorità italiane hanno violato il diritto alla vita delle due donne concedendo la semilibertà ad Angelo Izzo, la Corte sottolinea che "non vi è una critica del sistema di reinserimento dei detenuti" ma come questo è stato applicato nel caso di Izzo. La sentenza resa pubblica oggi diventerà definitiva tra tre mesi, se il governo italiano e i ricorrenti non chiederanno e otterranno un rinvio davanti alla Grande Camera della stessa Corte (ultimo grado di giudizio). 

Famiglia Maiorano: siamo soddisfatti La decisione della Corte edi Strasburgo è stata accolta con "soddisfazione" dai familiari di Maria Carmela e Valentina Maiorano. "Ho sentito la famiglia - dice l'avvocato Stefano Chiriatti - sono soddisfatti processualmente, per quanto questo ovviamente non elimini il loro dolore".

"Non ho ancora avuto modo di consultare le carte - spiega l’avvocato - ma sono estremamente soddisfatto per l’esito di questa vicenda, tenendo conto che sembra sia stato accolto in pieno il nostro ricorso".

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