Filippo Penati non è nemmeno riuscito a convincere i compagni di Cuba. Tradito e gabbato in casa. Per la candidatura italiana ad ospitare Expo, il presidente della Provincia di Milano aveva assicurato il voto favorevole dei comunisti oltreoceano. Voto che non è mai arrivato.
Dopo aver dato qualche vana speranza alla sinistra italiana, i seguaci del Che alla fine hanno scelto Smirne e la Turchia. E ora che la vittoria cè e che il tempo corre veloce verso il 2015, il sindaco di Milano Letizia Moratti (nella foto) si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Da Parigi, dove è riunita lassemblea del Bie, esplode in un «jaccuse» piuttosto pepato. Punta il dito contro Penati, contro le sue chiacchiere, i pochi fatti e il suo flop cubano. «In questi mesi - si infuoca - il Comune di Milano ha fatto 55 missioni in 130 Paesi. La Provincia invece ne ha fatte tre in dieci Paesi e non ha portato a casa nessun risultato». Nemmeno il sì di Cuba che, tutto sommato, sembrava perfino un punto facile. «Il governo - attacca la Moratti - ha fatto tutto ciò che gli abbiamo chiesto, lavoriamo in sintonia con ognuno dei ministri coinvolti. Il problema vero è Penati».
Nel suo sfogo parigino, lady Moratti dà forma a un suo desiderio, lasciando intendere che lExpo potrebbe essere migliore e filare più spedito senza lintoppo Penati: «Se cambia il presidente della Provincia di Milano - commenta a pochi giorni dal voto elettorale - ci saranno più pace e più calma».
Sulla stessa lunghezza donda è lamministratore delegato di Expo, Lucio Stanca: «LExpo è stato un tema usato strumentalmente in campagna elettorale da entrambe le parti. Invece è un patrimonio di tutti e spero che dopo il voto si smetterà di occuparsi di cose infime come gli stipendi e la sede e si tornerà a pensare allExpo».
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