J’accuse di Ronzitti: Regione scansafatiche, non farò più Consiglio

Il presidente dell’assemblea contro la giunta Burlando e le commissioni: «Varano poche leggi, inutile convocare le sedute ogni martedì»

J’accuse di Ronzitti: Regione scansafatiche, non farò più Consiglio

(...) più niente da fare. E dire che nella passata legislatura certe sedute diventavano incubi, che si protraevano anche al pomeriggio o alla serata.
Presidente, ma che succede?
«Succede che ci sono pochissimi provvedimenti di legge della giunta da discutere».
Assessori e consiglieri battono la fiacca?
«L’estate è trascorsa con i lavori concentrati sull’accordo per le acciaierie di Cornigliano, a settembre e ottobre sono stati bloccati sulla caccia, a novembre e dicembre sulla manovra fiscale e su quella finanziaria. Un trascinarsi che non può proseguire».
Quindi?
«Serve un cambio di passo, con una maggiore elaborazione e produzione di leggi, un’attività più spedita, un maggiore impegno sull’elaborazione di grandi progetti, procedure più snelle».
Quando parla di procedure più snelle pensa alle commissioni, che vagliano e votano le proposte di legge prima di portarle in consiglio?
«Mi pare che le commissioni non procedano abbastanza speditamente, ci sono importanti provvedimenti che attendono ormai dal luglio scorso».
Li metta al lavoro lei, presidente?
«A ognuno il suo mestiere. Il mio è quello di presiedere il consiglio regionale. E se non ci sarà un cambio di passo sarà inutile che io continui a convocarlo».
Sarebbe un gesto antidemocratico, non crede?
«Il consiglio non è solo una tribuna per i politici, è soprattutto un’assemblea legislativa per definizione. E non è scritto da nessuna parte che sia obbligatorio convocarlo ogni martedì».
Ma non convocandolo lei toglie la parola all’opposizione per colpa della lentezza della maggioranza.
«L’opposizione può stare serena e mi rammaricherei del contrario, perché continuerò a garantirne i diritti come ho sempre fatto».
E come?
«La riforma dei lavori che sto mettendo a punto prevede il Question Time, come alla Camera: uno spazio durante il quale i consiglieri potranno presentare mozioni e interrogazioni agli assessori e ricevere la loro risposta».
Non sarà la stessa cosa.
«Io capisco che la minoranza rivendichi uno spazio di presenza e di dibattito, e infatti è solo per questo che fino a qui ho sentito la necessità di convocare lo stesso il Consiglio, nonostante a volte ci fossero pochi provvedimenti di legge da varare».
Quindi niente più consiglio il martedì, sarebbe la prima volta in 30 anni.


«Possiamo pensare di accorpare più sessioni, per esempio far proseguire per due o tre settimane solo l’attività delle commissioni e poi convocare il consiglio alcuni giorni di seguito con il dibattito e l’attività legislativa».
La sua è una tirata d’orecchie alla maggioranza di cui fa parte?
«È un richiamo a tutti».

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