(...) tutta la storia di cinque anni di governo che ha dato molto alla Liguria. Scajola è pronto per rispondere alle domande di Massimiliano Lussana, caporedattore del Giornale. Che non fa sconti, lo sappiamo. Che punta dritto ai temi caldi che sentiamo correre sulla pelle. Che infilano l'economia, la famiglia, il problema energia. Che riaprono i fatti del G8. Che scremano sulle urgenze della gente di Liguria. Un esordio ironico che sintetizza il viaggio elettorale del ministro, una sorta di tournée che li ha visti dibattere a Genova, La Spezia, Imperia. Fino a Chiavari: «Ogni volta l'entusiasmo cresce - racconta Lussana e, rivolto a Scajola, - sente anche lei questa inversione di tendenza?». Applauso. «Ce lo chiediamo ogni volta che ci incontriamo - conferma il ministro - Con Gabriella Mondello, con Luigi Grillo, con Biondi. Per avere il polso della gente, al di là dei sondaggi».
Arriva da Bergamo e Brescia, il ministro. Città ricche e importanti. Ha incontrato gli imprenditori: «Che, sempre prudenti nelle valutazioni, oggi hanno mostrato una posizione precisa. Sono preoccupati e sono vicini a noi. E gli indecisi cominciano a posizionarsi» Lussana prende la palla al balzo, sottolinea le paure degli imprenditori e la corsa ai notai. Stuzzica sugli aumenti delle bollette e chiede lumi su quanto s'è fatto. Ma il messaggio è uno: «Soltanto la preoccupazione che il centro sinistra possa governare sta danneggiando l'economia. Noi vogliamo aumentare la ricchezza degli italiani, loro vogliono ridistribuirla».
Poi c'è il problema energia: «la bolletta cresce perché negli ultimi vent'anni non si è pensato a nessuna politica energetica. Con i provvedimenti presi dall'11 dicembre al 19 marzo abbiamo risparmiato due miliardi e cinquecento milioni di metri cubi di gas». Ma Scajola mette sul tavolo quanto s'è fatto per la Liguria: «Perché siamo riusciti a far capire che serve al Nord Italia, al Nord Europa ed è la porta del Mediterraneo. Questo è il governo che in cinque anni ha dato di più alla nostra regione. Il caso Ferrania è emblematico: ottocento posti di lavoro in ballo. Ci sforziamo. Prevediamo di mettere una centrale elettrica a carbone pulito. E la scorsa settimana Pecoraro Scanio va lassù e dice che questo piano danneggia la salute. Sono questi gli uomini della sinistra».
L'aggancio è buono per ribadire la bontà delle liste di Forza Italia, «fatte da persone per bene», ribadisce Scajola e l'applauso li avvolge tutti, uno per uno. Ma Lussana l'acchiappa per i capelli riportandolo al confronto con gli altri, con Caruso, Agnoletto, con la sinistra no global. Con la madre di Carlo Giuliani «che compare sulla lista, mai successo, col cognome del marito». Lo riporta ai drammatici giorni del G8, quand'era ministro degli interni: «L'impressione è forte. Heidi Giuliani si sarebbe dovuta dedicare a fare meglio la madre» La butta lì Scajola. Duro sui quei giorni duri, preparati nel minimo dettaglio. «Ma io non sono mai stato convocato come teste al processo di Genova. Abbiamo avuto molti contatti con Caruso e Agnoletto: il loro obiettivo non era solidarizzare con i Paesi più poveri, ma far saltare il governo di Berlusconi.
Un ultimo appello per la riforma vera della giustizia «che punisca in maniera esemplare i colpevoli». Ancora un applauso lunghissimo. E il sogno continua.
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