Jan Balicki

Jan Wojciech Balicki nacque nel 1869 a Staromiéscie, in Polonia. Dopo i primi studi entrò nel seminario di Przemysl per uscirne sacerdote nel 1892. Dopo un anno come viceparroco a Polna, fu inviato dal suo vescovo a Roma per gli studi teologici all’Università Gregoriana. Rientrato in patria, fu incaricato dell’insegnamento presso il seminario, del quale divenne poi rettore. Ma faceva anche tutto il resto: confessioni, predicazioni, missioni popolari, esercizi spirituali eccetera. Oltre a ricoprire vari incarichi curiali, per dodici anni fu cappellano dell’ospedale civile di Przemysl, dove gli toccò assistere i feriti della Grande Guerra. Alla fine di quest’ultima, si accorse che uno spropositato numero di giovani donne, rimaste orfane o vedove, per bisogno erano finite sulla strada. Decise di prendersene cura, assistendole economicamente come poteva. Con grandi sacrifici riuscì a creare un centro di cura nella vicina Kruhel Wielki per quelle tra loro che erano incappate in malattie. Naturalmente, data la delicatezza di quel genere di carità, le mormorazioni e perfino le calunnie non mancarono. Ma egli tirò dritto fino a quando una grave affezione agli occhi lo costrinse ad abbandonare l’insegnamento per dedicarsi esclusivamente alla direzione spirituale. Questa attività lo fece diventare famoso in tutto il Paese.

Scoppiata la guerra successiva, il Balicki aiutò tutti quelli che poteva: profughi, rifugiati, ebrei, perfino comunisti. Addirittura i soldati sovietici mantennero con lui un atteggiamento di grande rispetto. Morì a Przemysl nel 1948, rimpianto e venerato da tutti.
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