Janua Pubbliche assistenze a confronto

Genova e il sociale: pensando al futuro. In un titolo c’è un obiettivo, la speranza, la città migliore che si vorrebbe realizzare domani. Sono giovani ma preparati, soprattutto desiderosi di realizzare qualcosa per la propria città: sono gli attivisti dell’associazione Janua creata lo scorso anno da una ventina di ragazzi e tesa a creare dibattiti e proposte per far tornare la Superba come tale, magari con un loro contributo. In questo anno di vita si sono incontrati, scambiati opinioni e sono cresciuti nel numero arrivando a toccare quota cento soci. Il prossimo appuntamento è per venerdì all 18 presso la sede della Croce Rosa Rivarolese (Via Croce Rosa, 2) in Valpolcevera.
Nell’ambito della giornata di «Open Day» della pubblica assistenza di Rivarolo, Janua organizza un incontro con il mondo della politica cittadina per capire i problemi che gli operatori delle Croci vivono quotidianamente in una realtà con sempre più anziani e con sempre meno risorse giovanili che possano applicarsi in una attività di volontariato come questa. «Abbiamo scelto una sede importante come quella della Croce Rosa proprio per le sue specificità - racconta Luca Marchesi, presidente dell’associazione -. La pubblica assistenza di Rivarolo conta migliaia di soci e circa duecento volontari e serve un bacino d’utenza largo e, soprattutto, difficile. L’obiettivo che ci poniamo è quello di mettere questa realtà e quella delle altre croci a confronto con le istituzioni con la speranza di avvicinare in due mondi».
Il tavolo dei relatori sarà di tutto rispetto.

Perché dopo i saluti del presidente della Croce Rosa e padrone di casa Riccardo Repetto, che con i suoi 24 anni è il più giovane presidente di una pubblica assistenza nella provincia di Genova, ci saranno il sindaco Marta Vincenzi, l’assessore comunale alle politiche socio sanitarie Roberta Papi e i consiglieri comunali del Pdl Matteo Campora e Stefano Balleari. «Al termine del dibattito - conclude Marchesi - proveremo a dare il nostro contributo alla politica perché si avvicini ad una realtà che sentiamo particolarmente nostra».