Jeanne de Villeneuve

Nacque nel 1811 a Tolosa, da nobile famiglia. Aveva cinque anni quando la precaria salute della madre costrinse le donne di casa (Jeanne, le due sorelle più grandi e la mamma) a trasferirsi a Hauterive, in un clima più salubre. Ma nel 1825 la madre morì e le ragazze vennero affidate alla nonna paterna, a Tolosa. L’anno dopo morì la sorella primogenita, Octave. Jeanne decise di orientarsi verso la vita consacrata e, alla morte della nonna, tornò a Hauterive, dove si diede alle opere di beneficenza. Nel 1836, con l’appoggio dell’arcivescovo di Albi, diede vita alla congregazione delle Suore di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione, che la gente prese a chiamare «suore blu» per via dell'abito. Col nome di mère Marie la fondatrice aprì un laboratorio di cucito per giovani povere e diverse scuole nei villaggi vicini. Nel 1844 l’incontro con padre Liberman (figlio di un rabbino) la convinse a mandare un manipolo di suore in Senagambia (oggi Senegal e Gabon), regione africana allora nota come «il cimitero dei bianchi». Intanto, la congregazione allargava il suo raggio d’azione alle carceri e agli istituti di recupero per ragazze traviate. Nel 1852 la nuova congregazione divenne di diritto pontificio e, l’anno dopo, la fondatrice si dimise dalla carica di superiora generale.

Il suo gesto era stato dettato dalla necessità di ritirarsi in maggior consuetudine con la preghiera e il raccoglimento. L’anno seguente, un’epidemia di colera colpì la città e si portò via, unica tra le suore, la madre Marie.

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