Jennifer Lawrence: "Io incinta e nuda sul set senza imbarazzo"

In "Die my love" interpreta una mamma che affronta la depressione post-partum e la crisi di coppia

Jennifer Lawrence: "Io incinta e nuda sul set senza imbarazzo"
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da Roma

Jennifer Lawrence, la star delle saghe blockbuster Hunger Games e X-Men ma anche di film più piccoli e autoriali come Un gelido inverno, Il lato positivo e Madre!, come non l'avete mai vista in Die My Love della regista Lynne Ramsay, una storia che ha fortemente voluto anche perché l'ha prodotta insieme peraltro a Martin Scorsese.

Lei interpreta Grace, pronta a scrivere il grande romanzo americano, che, con il compagno musicista Jackson (Robert Pattinson), si trasferisce in una vecchia casa isolata immersa nella campagna americana. I due sembrano andare molto d'amore e d'accordo finché non nasce il figlio. A quel punto qualcosa si spezza con le pressioni della vita domestica che portano lentamente ma inesorabilmente Grace a perdere il controllo. Depressione post-partum? "Credo che, come società, siamo migliorati molto nel riconoscerla e nel parlarne rispetto alle generazioni precedenti. La regista esplora tutto questo in modo profondo: da un lato c'è la depressione post-partum, che è un aspetto enorme dell'esperienza di una donna, ma dall'altro c'è anche il cambiamento nella relazione di coppia, il sentirsi diversa, non più desiderata", confessa Jennifer Lawrence venuta a Roma a presentare il film che uscirà il 27 novembre distribuito da Mubi.

Tratto dal romanzo di esordio Ammazzati amore mio di Ariana Harwicz (Ponte alle Grazie), Die My Love è stato un banco di prova per l'attrice oggi trentacinquenne con due figli, l'ultimo nato nel marzo scorso: "Come attrice ho sempre lavorato con le emozioni, ma prima di diventare madre non avevo idea della profondità dell'amore e della paura che si possono provare. È come scoprire un intero nuovo oceano di sentimenti". Nel film ci sono anche scene di nudo che, rivela, "non mi imbarazzano, capisco chi si sente a disagio, ma per me non è un problema. Volevo che la regista si sentisse libera di esprimersi artisticamente, anche fisicamente. Ero incinta, quindi non avevo l'ansia del corpo perfetto: avevo la pancia, le forme, e mi sembrava bellissimo così com'era".

Come partner Robert Pattinson che, come lei, è diventato famoso grazie a una saga di grandissimo successo, Twilight, e poi è approdato a film più d'autore: "Sapevo che fosse un attore straordinario ma è anche molto intelligente. Ha portato molta forza e complessità al suo personaggio, e questo ha reso il mio lavoro migliore: la nostra dinamica era viva, reale, piena di energia reciproca".

Nel futuro dell'attrice statunitense c'è anche lo stare dietro la macchina da presa "perché se la recitazione è raccontare storie, la regia sarebbe un'estensione naturale di questo percorso" mentre prosegue il suo attivismo anche nel campo dei diritti delle donne due anni fa ha prodotto il doc Bread and Roses su quelle afghane nel cui solco si inserisce anche questo

film che è "femminista nel senso più autentico del termine che significa uguaglianza. Raccontare una storia femminile, vissuta dal punto di vista di una donna, è di per sé un atto femminista, ma non ideologico: è umano".

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