Jenson il più tecnico Rossa, che potenziale

T ecnicamente, la nuova era della ridotta soffiatura 2012 e della gommatura alterata si è aperta in Australia con la conferma dei vertici raggiunti dalla McLaren, felice che ad imporsi sia stato il pilota più tecnico, Button, che divide con Vettel la super-sensibilità nell'utilizzo-pneumatici.
Ma subito è doveroso rilevare: 1°) che, per quanto ridimensionata, la Rbr è sempre saldamente ferma nelle più alte sfere, costretta a difendersi con il massimo carico e la minor velocità di punta; 2°) che al livello della macchina di Woking si è portata anche la British-Mercedes, con un profilo posteriore iper-soffiato, che avevo sperimentato per la prima volta (Galleria Dallara e progetto Toyota) anni fa e che è descritto a pagina 114 del mio libro del 2004 sull'aerodinamica; 3°) che la Ferrari, concettualmente equivalente, ha parzialmente vinto la nota soggezione alle mescole più dure, grazie alla cura-Hamashima, contro un fornitore che ha dichiaratamente ammesso di aver peggiorato la resa chilometrica della "Soft" su richiesta di Ecclestone (e chi si crede, per dettare simili leggi? Abbasso il manipolatore!).
Quindi, per concentrarsi maggiormente sul terzo punto, che più ci sta a cuore, bisogna convenire che il potenziale tecnico di Maranello è alto, quanto insufficiente resta quello del pilotaggio e della direzione tecnica. Infatti, senza quell'errore da principiante di Alonso in Q2, la F2012 sarebbe andata a podio. E non si capisce come il grande stratega Pat Fry, voluto dal "Reuccio", vista l'incapacità di Massa di gestire le "Soft" (pessimi tempi), non abbia compreso i vantaggi di far partire il brasiliano in "Medium". Pensate che l'anno scorso Alonso ha fatto 3 "Pit-Stop", con il 72% della distanza in "Soft".

Questa volta, è vero, ne ha compiuti 2, ma il primo dopo 13 giri (stesso dramma per Rosberg, mentre c'è chi ha fatto 24 giri), contro i 12 del 2011, e poi ha fatto il resto - onestamente - in "Medium". Per il Cavallino, è la fine della mescola tenera? Certo, anche se in gara si vince con le più dure. Spetta ai tecnici e ai piloti insistere lungo le nuove frontiere.

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