Jervolino dimentica le «amarezze»: si ricandida

da Napoli
Una conferenza stampa in pompa magna per annunciare che non si sarebbe ricandidata a sindaco di Napoli. E poi attacchi agli alleati, conditi dall’amarezza di essere stata esposta al fuoco amico. Tutto questo accadeva il 5 dicembre, esattamente quindici giorni fa. Protagonista: Rosa Russo Jervolino, stanca di sedere sulla poltrona più alta di Palazzo San Giacomo ma intenzionata a non spezzare il legame con il capoluogo campano.
Ieri, invece, il ripensamento, anticipato dal quotidiano Il Mattino, in una telefonata a Francesco Rutelli nella quale conferma che sì, ci ha ripensato e si ricandiderà. Indiscrezioni che la diretta interessata, come di prassi, smentisce seccamente «Quando avrò qualcosa da dire lo comunicherò io». Si chiudono, così, due settimane iniziate subito dopo l’annuncio dell’addio dell’ex ministro dell’Interno, con il pressing dei Ds.
Ad aprire la strada, il governatore Antonio Bassolino, fermo sostenitore della necessità di una ricandidatura dell’ex ministro dell’Interno, seguito dal presidente della Quercia Massimo D’Alema (anche se su una posizione più moderata) e dal segretario Piero Fassino. Gli altri alleati, invece, avevano iniziato a percorrere altre strade. La Margherita aveva individuato in Riccardo Villari il candidato alla successione della Jervolino, e gli altri partiti della coalizione, vedi Sdi, Verdi e Rifondazione comunista, che si sono schierati per le primarie con la prospettiva di mettere in campo ciascuno un proprio candidato.
Poi è arrivata la notizia di una ricandidatura, ormai praticamente certa. Dalla coalizione: ufficialmente, nessuno commenta ancora (attendendo probabilmente l’annuncio ufficiale). Solo D’Alema si limita ad un «non so se la Jervolino si ricandida. Si tratta di un problema che riguarda Napoli e il primo cittadino». Sull’altro fronte, il ministro Mario Landolfi è netto. «Nel merito non dico nulla, non entro nelle questioni che hanno portato la Jervolino a dire prima no e adesso sì - commenta l’esponente di An -. Mi limito a constatare che c’è una singolare coincidenza temporale tra il ritiro di Miller e l’annuncio della ricandidatura della Jervolino. Mi sembra lecito immaginare che forse l’attivismo della Casa delle libertà e la possibilità di candidare una personalità fuori dagli schemi avesse in qualche modo intimidito la Jervolino che adesso invece ha ritrovato vigore e coraggio».
Sul tema-Jervolino interviene anche il viceministro ai Beni culturali, Antonio Martusciello, che sfidò l’attuale primo cittadino nel 2001. «Il dietrofront della Jervolino alimenta le contraddizioni del centrosinistra campano e evidenzia, con maggiore forza, le insanabili lacerazioni di una coalizione incapace di definire una candidatura che sia gradita all’intero schieramento». Ed ora, paradossalmente, potrebbe aprirsi una frattura tra Ds e Margherita alla Regione Campania.
Il pressing della Quercia, segnatamente quello di Bassolino, non sarebbe stato gradito, stando alle indiscrezioni, dal coordinatore campano della Margherita, Ciriaco De Mita, che aveva già liquidato la pratica-Jervolino.


La partita, quindi, potrebbe spostarsi a Palazzo Santa Lucia dove i centristi possono contare su quattro assessorati chiave (sanità, bilancio, lavori pubblici e ricerca scientifica). Tra l’altro, tra pochi giorni si dovrebbe procedere al rinnovo di undici manager tra Asl e Aziende ospedaliere. Lecito, a questo punto, pensare ad un rilancio «sul prezzo» da parte dei Dl.

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