Era un'epoca che scorreva veloce, spinta dalle fiammate elettriche del rock, e dalla sensazione irresistibile che, afferrando un microfono e buttandoci dentro le idee, una qualche forma di rivoluzione la si potesse fare. Rivoluzione stilistica e culturale, in equilibrio tra musica e poesia: di quelle che mettono in gioco, innanzitutto, i loro protagonisti. Coloro che salivano sul palcoscenico e, a differenza di quanto tristemente accade oggi, non recitavano il rock. Erano il rock. E in questa identificazione totale, talvolta (anzi, spesso) si bruciava, come torce al vento. Una di queste fiamme prepotenti e luminose fu, per troppo poco tempo, Jim Morrison. E non sarà un caso che oggi, a quarant'anni dall'avventura dei Doors e del suo carismatico e ipnotico cantante e leader, il fascino di quella musica e di quel personaggio sono ancora forti. Ecco perché la mostra fotografica attesa da giovedì (con inaugurazione domani, ore 18.30, alla presenza dell'autore) alla Galleria Arteutopia di via Mora è di quelle che rispondono non solo alla sete di nostalgia, ma anche all'interesse attuale verso un artista unico nel suo genere, eppure scimmiottato senza sosta (e talvolta incosciamente) da generazioni di rockettari. In esclusiva per la prima volta in Italia, la mostra «Jim Morrison: fotografie 1968-71» offre 27 scatti realizzati nel momento clou della vita artistica di Morrison e dei Doors: il loro autore è il newyorchese Frank Lisciandro, che per i tipi di Giunti Editore ha visto pubblicato il suo omonimo volume. Le fotografie - a tiratura limitata, firmate e numerate - ritraggono Morrison e la sua band in momenti privati e pubblici, in sala di registrazione, sul palco, in tour, dai primi passi artistici in California al successo mondiale. «La mostra - spiega il direttore della Galleria Arteutopia - è un vero e proprio diario di immagini, che raccontano la breve vita di Jim Morrison». Gli scatti di Lisciandro, che sul finire degli anni Sessanta conobbe Morrison all'università Ucla di Los Angeles, dove entrambi studiavano scrittura e produzione cinematografica, sono figlie di un istinto alla narrazione che viene dai suoi studi di fotogiornalismo e, per l'appunto, cinema. Quel viso oscuro, tormentato e comunque dotato di una straordinaria forza comunicativa non poteva che attirare l'attenzione di un osservatore come Lisciandro, che al mito dei Doors e del suo leader ha dedicato gran parte della propria vita, producendo libri (come «An American Prayer», che rilanciò il mito dei Doors sul finire degli anni '70) e pellicole.
Delle foto presenti alla mostra, molte sono inedite, rimaste nel cassetto del suo autore per anni. Fortunatamente, ora quel cassetto è vuoto.Jim Morrison: fotografie 1968-71 martedì-sabato ore 10.30-13 e 15-19.30, chiuso domenica e lunedì, ingresso libero
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.