
Non solo un rimprovero alle forze politiche che frenano sull'aumento della spesa militare. Il post su X di ieri del ministro della Difesa, Guido Crosetto, in occasione del 164esimo anniversario dell'Esercito, sembra anche una frecciata interna alla stessa maggioranza, scagliata in direzione Lega. Crosetto sceglie parole nette, dopo una giornata in cui sono arrivati messaggi bipartisan a sostegno dei nostri militari da quasi tutti i partiti.
«Oggi tutti per l'Esercito ad esaltarne il valore, i valori, l'importanza ed il ruolo. Così come per tutte le altre forze armate nel giorno della ricorrenza della loro fondazione - scrive Crosetto -. Poi, il giorno successivo, tutti contro l'aumento delle spese della Difesa, che sono le spese che servono per mettere le Forze Armate nelle condizioni di svolgere il loro lavoro, di garantire la sicurezza della democrazia, delle libere istituzioni e di ogni cittadino. Un po' troppo facile, così. Un po' di coerenza non guasterebbe». Un monito a quell'opposizione pacifista e contraria al riarmo, un asse che va dal Movimento cinque stelle ad Avs, che ieri, nel giorno dell'anniversario, sono rimasti silenti, passando per il Pd. Ma anche un rimbrotto al Carroccio, che si è sempre assestato su posizioni più prudenti nell'aumento della spesa oltre al target del 2% del Pil. Ieri è intervenuto anche il leader Matteo Salvini, per ribadire il suo no al piano di riarmo europeo: «164 anni di onore, coraggio e dedizione! Mentre qualcuno parla di fantomatici eserciti europei, noi celebriamo chi da sempre difende il nostro Paese». Piano di riarmo che Crosetto considera invece necessario.
Lo stesso ministro dell'Economia, il leghista, Giancarlo Giorgetti, aveva già spiegato che quest'anno l'Italia centrerà gli impegni presi con la Nato, portando la spesa dall'1,57 al 2 per cento del Pil. Un passo avanti rilevante per l'Italia, che la stessa premier Giorgia Meloni ha sottolineato al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel suo ultimo viaggio a Washington. Non sufficiente però per Crosetto, secondo cui il 2% di investimenti militari deve essere solo un «punto di partenza».
Ma era stato ancora Giorgetti a ricordare che l'aumento della spesa non inficerà il rigore e la cautela sui conti pubblici. Gli spazi di bilancio, dunque, andranno trovati senza fare nuovo debito, senza derogare al Patto di Stabilità. Il che significa che non vi sono margini per ulteriori aumenti di spesa dedicati al capitolo armi. Per Crosetto però, «non abbiamo né risorse, né scorte, né investimenti per garantire la difesa dell'Italia nei prossimi anni come dovremmo. Serve un'accelerazione - aveva detto un paio di settimane fa - Non lo dico io, lo dicono le forze armate, cui abbiamo delegato la difesa del nostro paese». E del resto il ministro aveva anche commentato in modo piccato le parole con cui il titolare del Mef aveva raccontato di aver chiesto «per un mese» al collega di mandargli la «lista della spesa militare». Aveva anche aggiunto, con ironia, che questo momento per gli stati maggiori degli eserciti europei «è come il Natale». «Purtroppo non è Natale, non c'è nulla da festeggiare, non ci sono liste della spesa ma viviamo tempi drammatici», aveva replicato amaramente Crosetto su X. Motivando anche il tempo impiegato per aggiornare il ministero dell'Economia sulle spese della Difesa con la necessità di un «piano accurato»: «Mi fa piacere che Giancarlo non abbia perso il senso dell'umorismo che io fatico spesso a ritrovare perché lavoro pensando agli scenari che potrebbero essere costretti ad affrontare le donne e gli uomini della Difesa».
Crosetto ieri ha voluto infine ricordare come «dietro ogni uniforme, una scelta di vita. Dietro ogni gesto e azione, l'amore per la Patria e la dedizione al dovere. Celebriamo donne e uomini che, con cuore e competenza, operano per proteggere i valori democratici, la pace e la democrazia».
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