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José e il Bari Cosa non doveva fare. E invece ha fatto

C’è Soren Lerby, procuratore di Sneijder, a Milano, arriva il trequartista. A Josè non va la cultura dell’alibi, è deluso perché era straconvinto che la sua Inter contro il Bari avrebbe fatto meglio anche senza Cambiasso. È partito col rombo, è passato al 4-3-3, alla fine c’era in campo uno zoppicante 4-2-4. Non è colpa sua se Eto’o sbaglia a porta vuota o Milito non la centra mai. Ma Materazzi, Chivu, Vieira, Muntari, Santon e Quaresma sono scelte sue.
Josè ha sempre ricordato che appena finisce la partita che non hai vinto trovi qualcuno pronto a spiegarti come dovevi fare. Josè ha ragione, eccone un altro.
L’Inter ha fatto un precampionato pessimo rispetto al precedente, primo di Josè. Dopo le due amichevoli di Brunico , il Pirelli contro il Bayern, il trofeo con Siviglia e Ajax, e la coppa Eusebio a Lisbona, la squadra non aveva subito neppure una rete. Per trovare un buco nella difesa nerazzurra si doveva pubblicare la foto del gol di Iaquinta al Tim, 45 minuti. Quest’anno invece ha segnato un ragazzo della Ucla University, il club America e il Chelsea (2), oltre al solito juventino nel Tim (Amauri). Una difesa non così ermetica nella quale la coppia dei centrali ha ruotato molto, con Lucio-Materazzi assieme solo nei primi 45’ col Bahrain a Kapfenberg. A sorpresa titolari alla prima di campionato. Due talmente simili nella postura da faticare a riconoscerli, in imbarazzo sullo stretto e in difficoltà con la palla a terra. Nell’unica occasione in cui è servita la loro elevazione, Lucio e Materazzi si sono scontrati en plein air lasciando a Kutuzov la palla gol più nitida della partita. Samuel alle prese col suo ginocchio, Chivu e Cordoba sani.
Thiago Motta è il meno in forma del rombo di centrocampo, non ha ancora raggiunto l’intesa con gli altri. Ma prima si ritrova orfano di Muntari e un quarto d’ora dopo anche di Vieira. Risulta che Muntari, per via della sua religione nel mese del Ramadan, fosse a digiuno dalla una di sabato notte, non beveva nemmeno. Risulta anche che Josè gli abbia chiesto quali garanzie poteva ricevere e Sulley lo ha tranquillizzato: «Non è la prima volta che gioco in queste condizioni». Fuori per esaurimento energie dopo mezz’ora. C’erano Zanetti già in campo e il giovane Santon in panchina. Quando è uscito dalla buca Quaresma, la gente si è toccata. Il resto ci sta tutto, anche le quattro o cinque o sei o sette punte: in passato hanno funzionato. Solo che se poi non vinci c’è sempre qualcuno che si mette lì a spiegarti come dovevi fare.

O cosa non dovevi fare.

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