José Ramon Ruiz Bruixola

Nato a Foyos nel 1857, aveva quasi ottant’anni quando lo fecero fuori. Ma i rojos spagnoli non badavano né a età né a sesso, bastando loro una tonaca, un saio, un crocifisso o una medaglietta al collo. José Ramon Ruiz Bruixola fu ordinato sacerdote nel 1882 e, dopo un periodo come coadiutore, divenne parroco titolare a Cuart de Poblet. Ma si ammalò seriamente e fu necessario spostarlo a Valencia. Quando si rimise, si iscrisse alla Congregazione Sacerdotale dell’Immacolata Concezione, per la quale percorse la diocesi predicando le missioni popolari. Nel 1911 gli toccò l’incarico di economo nell’importante parrocchia valenciana di Santa Caterina e Santo Agostino; in tale veste lo si ricorda come sempre pronto a prodigarsi per i bisognosi. Fu lui a far costruire il campanile che ancora oggi esiste. Quattro anni dopo, poiché si era rivelato particolarmente bravo, gli venne affidata l’amministrazione di un’altra importante parrocchia, quella di Santo Stefano Protomartire. Don Ruiz Bruixola si dedicò anche alla vicina Casa dell’Operaio, per la quale fece costruire una chiesa. Nel 1923 gli affidarono la parocchia più grossa, quella di Santo Nicola. Qui fondò una sezione dell’Azione Cattolica e si impegnò a visitare personalmente tutte le famiglie di sua competenza almeno una volta all’anno.

Poi venne il 1936 e si ripetè anche con lui il solito, tragico copione: lo presero e gli spararono. Chissà se la Spagna zapatera, attiva nel rispolverare gli scheletri franchisti, userà altrettanta solerzia per la nefanda quanto inutile strage di cattolici tra il 1934 e il 1939.
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