Sta scrivendo l'autobiografia. Potrei suggerire il titolo: «D IO», perché tutto quello che accade ed è accaduto nel mondo del football, forse non solo in quello, è di Joseph Sepp Blatter, Di LUI che è poi IO e basta. Non c'è altra divinità al di fuori del colonello svizzero in pensione, lo stato è Lui, dopo di lui il diluvio, prima di lui la povertà. Di anni settantanove, come Papa Francesco, lo scrivo apposta, Blatter è stato il pontefice, il re, l'imperatore di ogni mondo, vecchio e nuovo. Ha posseduto il pallone, fingendo di amarlo, ha trasformato la Fifa in una organizzazione di potere assoluto, finanziario e politico, ha messo le mani nei regolamenti di gioco, ha influenzato governi, ha imposto norme all'International Board sul quale lui ha avuto il voto decisivo, sempre. Ha dichiarato di non essere il diavolo ma, si potrebbe pensare, nemmeno un angelo caduto dal cielo sui prati verdi della Svizzera. È astuto nel lavoro e nella vita, ha avuto tre moglie ufficiali e compagne molte, venne colto in flagrante su un lido romano assieme a un hostess, era il tempo dei mondiali italiani e quel fotografo fece fortuna, non vendendo l'immagine ma venendo assunto con privilegio. Blatter ha amici dovunque, grandi e piccoli, ha saputo circondarsi dalla corte tipica di sovrani antichi, li ha usati tutti per poi stracciarli e gettarli nel cestino dei rifiuti. Non ha scrupoli anche se, nelle ultime interviste, ha tirato in ballo i dolori della sua famiglia e dei dipendenti della Fifa, scossi, depressi, sull'orlo di una crisi di nervi. Parla cinque lingue ma con una si fa capire immediatamente, quella del denaro che è l'extra time del potere. Comanda più nazioni dell'Onu, è stato ricevuto da papi e capi di Stato ma la sua guerra stellare è finita, almeno così dice la stampa. Non c'è da fidarsi. Joseph Sepp Blatter è capace di rialzarsi, come certi eroi del cinema, i suoi giubbotti antiproiettile sono i Paesi dell'Africa e del Sudamerica, quelli che si sono inginocchiati dinanzi a lui in cambio di chissà cosa.
Dunque il film non è ancora finito. Restano fotogrammi, forse un colpo di scena, forse un finale a sorpresa che spiazzerà tutti. Lui compreso. Poi potrà dedicarsi all'autobiografia. Per continuare a essere LUI, dunque IO.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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