Cultura e Spettacoli

Josh Hartnett rischia il collo nella crudele faida tra i boss

Minimo minimo merita il cartellino giallo il pretenzioso Paul McGuigan. Il suo Slevin - Patto criminale è un poliziesco ingarbugliato come pochi, e fin qui passi, dato che l’autore è poi abile a dipanare, tra i flashback e i cadaveri, l’intricata matassa. Ma è di una scorrettezza deplorevole nel cambiare le carte in tavola dopo il sanguinario prologo. A New York lo sbigottito Slevin (Josh Hartnett) è prelevato da due maneschi sgherri del Boss (Morgan Freeman) davanti a cui invano grida: non mi chiamo Nick Fisher. Ti abbonerò i 96mila dollari che mi devi, tuona il gangster, se ucciderai la Fatina, il rampollo gay del Rabbino (Ben Kingsley), che ha ucciso mio figlio. Toh, anche l’altro bandito convoca l’impaurito ragazzotto: sono in credito di 33mila bigliettoni, come pensi di saldare? E i guai non finiscono qui, con il cinico killer Goodkat (Bruce Willis) che tampina il protagonista, in flirt con la bella vicina, la dottoressa dell’obitorio Lindsey (Lucy Liu).

Chi ricorda il crudele avvio di C’era una volta il West di Sergio Leone, forse mangerà la foglia, gli altri potrebbero infuriarsi per l’imbroglio iniziale.
SLEVIN - PATTO CRIMINALE (Usa, 2006) di Paul McGuigan con Josh Hartnett, Morgan Freeman - 106 minuti

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