Jurij Ferrini al Teatro Litta con il dramma di Williams

Il ponte di un mercantile, con la prua orientata verso il vuoto, in posizione inclinata. E’ in questo scenario che Jurij Ferrini ha scelto di ambientare la sua versione dello «Zoo di vetro», il dramma di Tennessee Williams in scena al Litta fino a domenica (info: 02-86454545). Su quel mercantile si è imbarcato ventenne Tom Wingfield lasciando la St. Louis dei primi anni Trenta e abbandonando al loro destino la sorella Laura e la madre Amanda. Ormai adulto, Tom racconta dolorosamente la storia della sua famiglia, composta da due donne apparentemente molto distanti per età e temperamento, ma accomunate nel profondo dalla rimozione del reale. Amanda, piantata dal marito, si rifugia in un passato fatto di prosperità, feste e corteggiamenti. Laura, resa claudicante da una malattia, non sa relazionarsi con le persone e trascorre il suo tempo costruendo esili animaletti di cristallo. Ingabbiati nella loro stasi emotiva, i personaggi dello «Zoo di vetro» sono emblemi di una fragilità esistenziale che la regia di Ferrini sottolinea con acume ed efficacia.

Grazie a una scena obliqua e scivolosa, su cui ogni equilibrio risulta instabile, ma soprattutto grazie alle toccanti interpretazioni: in particolare quella dello stesso Ferrini che, nella parte di Tom, ci offre il ritratto incredibilmente vivido di un uomo che tenta di evadere dalla propria infelicità mollando gli ormeggi, ma senza mai prendere davvero il largo.

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