Jurowski sul palco della Verdi apre la stagione con Sostakovic

Un concerto destinato a svelare le due anime del compositore

Piera Anna Franini

Dopo la benedizione nel teatro massimo della città, la Scala ovviamente, l’Orchestra Verdi inaugura la stagione in casa propria, l’Auditorium di largo Mahler.
Stasera, con Vladimir Jurowski sul podio, il complesso muove lo sguardo verso un altro autore russo del Novecento, Dimitri Šostakovic, nato il 25 settembre di un secolo fa.
Un centenario su cui Mozart, l’altro grande festeggiato del 2006, ha proiettato un cono d’ombra ma che la Verdi intende riscattare anche in virtù di un’affinità maturata negli anni. La Verdi sta infatti affrontando Šostakovic capitolo per capitolo, su disco e in concerto, vedi il ciclo sinfonico capitanato da Oleg Caetani.
Stasera si svelano le due anime di Šostakovic, quella ombrosa e macerata cui siamo avvezzi e quella meno consueta che conosce il fragore del riso. Šostakovic, è il musicista che ancora fresco di studi veniva avvolto da una fiammata di notorietà grazie alla Prima delle sue quindici Sinfonie, partitura che dopo il lancio trionfale a San Pietroburgo nel 1926 faceva il giro del mondo.
Jurowski ha collocato in apertura di serata un lavoro d’occasione: si tratta della suite – mai ascoltata in Italia - Hypothetically Murdered, partitura del 1931 destinata a uno show alla Music Hall di Leningrado, brano smarrito e poi ritrovato e ricostruito da McBurney che ha lavorato sugli appunti. Tasso di ironia e buonumore che ci riporta a un altro caso (isolato) di pura effervescenza in Šostakovic, la Jazz Suite.
Insolita prefazione a un lavoro che è invece frutto del più puro Šostakovic, il Secondo concerto per violino op. 129 in do diesis minore. Il Concerto è introspettivo, tinto di nero, aperto da un lungo lamento del violino. Che sarà lo Stradivari di Boris Garlitsky, anche lui di Mosca, allievo di Yuri Yankelvitch.
Chiusura affidata a una delle più brevi Sinfonie di Šostakovic, una scheggia se rapportata ai tempi e misure delle altre 14 Sinfonie.

Pure qui, incombe il senso della tragedia, tono risollevato dall’Allegro di mezzo e riconfermato dai toni beffardi del Finale.
Vladimir Jurowski, Orchestra Verdi, Auditorium, largo Mahler, stasera ore 20.30, domani ore 19.30, domenica ore 16

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