Per tredicimila anni è rimasta ferma a guardare il mondo, dalla sua vista su una collina della California, sopravvivendo, a partire dall'ultima era glaciale, a una serie di eventi climatici devastanti: è Jurupa, una vetusta quercia che si può considerare tra gli esseri viventi più antichi della Terra. Scoperta da ricercatori dell'università di Davis, in California, la lunga storia di questa quercia è raccontata sull'Independent. Della specie Quercus palmeri, questa quercia millenaria è stata soprannominata Jurupa dal nome del luogo in cui vive in California, sulle montagne omonime della contea di Riverside.
Finora si riteneva che gli alberi matusalemme della terra fossero degli abeti rossi di 8mila anni, abitanti nella parte occidentale della Svezia e scoperti da Leif Kullman dell'università di Umea. E non meno stupefacente è l'arbusto di 43mila anni fa clonato in Australia dalla botanica Natalie Tapson dei giardini botanici di stato, della specie Lomatia Tasmanica. In Italia l'albero più antico è l'oleastro di San Baltolu di Luras, in provincia di Sassari, un ulivo selvatico alto 15 metri e vecchio 3mila anni. Ma nell'invidiabile graduatoria nazionale si può anche annoverare il Castagno dei cento cavalli, del Parco dell'Etna, nel comune di Sant'Elfio, che avrebbe un'età compresa tra i 2 e i 3mila anni. Invece sempre in California c'è un albero che dalla sua età ha preso il nome, Matusalemme, un pino che potrebbe avere qualcosa come 5mila anni e che vive a 4mila metri d'altezza vicino a Las Vegas.
Jurupa però è unica nel suo genere: a insospettire i ricercatori sul conto di questo albero, alcune particolarità della sua foggia e del luogo in cui si trova. Di solito le querce di questa specie si trovano in luoghi più freddi e ad altitudini maggiori, invece Jurupa, che copre una larghezza di circa 25 metri, si trova in una zona inospitale, la macchia tipica dei deserti nordamericani, incuneata tra massi di granito e spazzata dal vento. E anche la sua foggia è strana perché è fatta di tantissimi cespugli che sono cloni l'uno dell'altro e che producono ghiande sterili. Questo suggerisce che la quercia è come un gruppo di cloni tutti originati da un unico individuo, come confermato dai test del Dna, ha spiegato Michael May, uno degli autori della ricerca. Solo questo suo modo di crescere, hanno spiegato i ricercatori sulla rivista Plos One, le ha permesso di sopravvivere a innumerevoli incendi, periodi di siccità, freddo estremo, tempeste e fortissime raffiche di vento.
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