Il tema è chiaro: battere oggi il Chievo per sfatare il tabù delle provinciali che nelle ultime stagioni hanno fatto vedere i sorci verdi alla Juventus. Basti un dato: lanno passato la Signora di Delneri concesse 9 punti su 18 alle tre retrocesse (Samp, Bari e Brescia), 2 su 6 allo stesso Chievo, 6 al Parma, 5 al Bologna e avanti così. Risultato, ovvio: addio prima alla qualificazione in Champions e poi anche allEuropa League.
Per questo, Conte fa gli scongiuri ma mostra fiducia: «Un approccio sbagliato a Verona sarebbe un gran passo indietro, ma il gruppo vuole scendere in campo con la stessa voglia mostrata contro il Milan. Gli unici due pareggi della stagione li abbiamo ottenuti contro squadre cosiddette piccole, è vero: ma contro il Bologna abbiamo giocato in dieci per un tempo e avremmo comunque meritato i tre punti, mentre a Catania la squadra è effettivamente mancata nel primo tempo. Il Siena e il Parma però le abbiamo battute. Il Chievo? È una realtà seria: se dovesse batterci, ci raggiungerebbe in classifica».
Ipotesi che nessuno vuole prendere in considerazione, pur se al Bentegodi la Juve non vince dal 9 novembre 2008: quel giorno Del Piero festeggiò nel migliore dei modi il suo 34esimo compleanno spedendo allincrocio dei pali una punizione a dir poco splendida. Oggi il capitano dovrebbe tornare titolare al fianco di Vucinic andando a caccia del suo primo gol stagionale e ponendo fine a un digiuno che dura dal 9 maggio scorso: ultima vittima, guarda caso, proprio il Chievo in un 2-2 casalingo che certo non soddisfò i tifosi bianconeri. Oggi tira tutta unaltra aria: «Scudetto? Per noi stress e pressione sono la normalità - ha spiegato Conte -.
Juve, cè il Chievo Conte non si fida: Prova di maturità
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