Juve e Toro ora litigano per un croato finito in B

La strana storia di Knezevic. Difensore del Livorno, ceduto da Spinelli due volte, a entrambe le squadre di Torino. Ma il centrale firma con il ds dei bianconeri Secco

Juve e Toro ora litigano 
per un croato finito in B

Viene da Rijeka, Dario Knezevic, città croata più conosciuta con il nome di Fiume. E lui, retrocesso nell'ultimo campionato con la maglia del Livorno, ha scelto di stare al di qua della sponda. Tra Juve e Toro ha scelto la prima: «Quando ero piccolo volevo giocare in una grande squadra. Ho scelto la Juve e, pur rispettando la società granata, penso di aver fatto bene. Non voglio comunque parlare troppo di questi argomenti, ma solo pensare alla possibilità di far bene in bianconero». Il fatto è che, per assicurarsi i servigi del nazionale croato, Juve e Toro hanno messo in scena un vero e proprio derby che ancora non è finito e che solleverà altro polverone. In sostanza: la Juve è andata per prima sul giocatore, trovando un accordo con Spinelli per il prestito quest'anno (500.000) e l'eventuale comproprietà tra dodici mesi. Il Toro aveva provato a intromettersi, senza però raggiungere l'accordo con il giocatore: 1,5 milioni cash al Livorno più il centrocampista Bottone. In mezzo, ovviamente, il presidente toscano Spinelli: pasticcione al punto da firmare con entrambe le società e desideroso di vendere il suo protetto al miglior offerente. «Per essere valido, un contratto prevede le firme di tutte e tre le parti in causa - ha detto Secco, ds juventino -. Noi siamo in regola: il Toro può fare quello che vuole, ma noi non abbiamo nulla da temere e il loro accordo è carta straccia». La Juve è stata però "costretta" ad alzare la posta: prestito "oneroso" di 700mila euro, diritto di riscatto della metà fissato a 1,5 milioni. Cairo, presidente di un Toro imbufalito, ha depositato ugualmente il contratto in Lega: mancando però la firma di Knezevic, non avrà nessun riscontro salvo una possibile multa che il club toscano potrebbe essere costretto a pagare.

Una cosa è certa: sono tempi di vacche magre un po' per tutti, in questo calcio mercato in cui ci si deve scannare per Knezevic. Chi ha i giocatori buoni se li tiene e per il momento dall'estero non arriva nessuno per il quale valga la pena strapparsi i capelli: Adebayor dice di preferire il Barcellona al Milan e adesso che si è fatto sotto anche il Chelsea (che ieri ha ufficializzato l’acquisto di Deco), Riise acquistato dalla Roma si era offeso perché al Liverpool aveva capito di non avere più spazio così come il possibile juventino Xabi Alonso e via di questo passo. Ci sarebbe Lampard, certo: vicino all'Inter, unica società tra le grandi a poter davvero spendere e ad avere dalla sua la garanzia di giocare una Champions da protagonista. E comunque l'attuale centrocampista del Chelsea sbarcherebbe a Milano con la garanzia di trovare in panchina Mourinho, guarda caso uno che lo conosce bene. Quanto a Ronaldinho, al di là della pancetta e delle condizioni fisiche che destano sempre qualche preoccupazione, sarebbe un colpaccio vero e proprio per i tifosi, meno per la squadra. Serve fantasia, quindi. Servono mercati nuovi. Servono competenza, coraggio e magari anche minestre riscaldate: il Napoli proverà a fare bingo con German Denis, 26enne attaccante argentino che arriva dall'Independiente (costo del cartellino 12 milioni di dollari) e che in Italia, a Cesena, ha già giocato lasciando poche tracce, mentre l'Atalanta ha ufficializzato il re-ingaggio di Christian Vieri fregandosene delle proteste dei propri tifosi.

Intanto la Roma, che vorrebbe Huntelaar, ha blindato Daniele De Rossi e questa sì che è una notizia vera: accordo fino a giugno 2012, compenso lordo di 7,2 milioni per l'anno prossimo, poi 7,6 e 8,1 milioni per i due successivi.

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