La Juve frena, solo un pari con il Genoa Matri non basta per fermare "l'Airone"

Carcciolo spegne i sogni di fuga della Signora. Una doppietta di Matri non basta per fare i 3 punti. Caracciolo riacciffa i bianconeri a 5 minuti dalla fine. Per la Juve è il secondo pareggio consecutivo. Ora Inter e Milan hanno l'occasione per accorciare in classifica

La Juve frena, solo un pari con il Genoa 
Matri non basta per fermare "l'Airone"

Nemmeno due gol di Ma­tri, così bravo da farsi ribattezzare Matrinho, Matrinho o matrigno che poi ha lo stesso suono e signifi­cato, sono bastati alla Juventus per battere il Genoa: 2-2 alla fine. Del Piero in campo per i sei di mi­nuti di recupero, alla memoria di quelli messicani di Gianni Rivera. Destino dei grandi. Signora luma­cona che, dopo i pareggi contro Bo­logna, Catania e Chievo, confer­ma anche quest'anno di patire le cosiddette piccole.

Il tutto, al ter­mine di una settimana a dir poco strana, cominciata con la vicenda del contratto del capitano e prose­guita poi con i problemi sul nuovo stadio e l'ispezione della Guardia di Finanza. Partita complessa dal primo all'ultimo minuto, con il Ge­noa che ha anche rischiato di vin­cerla ( traversa di Merkel, parata di Storari su Jorquera) e Juve che ora deve cominciare a interrogarsi. La serata era ovviamente comin­ciata con un omaggio infinito a Del Piero, 'pensionato' da An­drea Agnelli in occasione dell'as­semb­lea degli azionisti e poi cocco­lato in tutto e per tutto da un popo­lo che in lui vede il Profeta e basta. Lo stadio pullulava di striscioni fat­ti in casa, tutti traboccanti amore verso il numero dieci, il quale si è accomodato in panchina goden­do­si a denti stretti lo spettacolo or­ganizzato per lui e con tanti saluti ad Agnelli: «La 10 leggenda non si tocca», «Capitano, rinnova fino a 40 anni»,«Il capitano nella leggen­da », «Il fenomeno vero si chiama Del Piero», «Il nostro mondo è bianconero solo se c'è Alex Del Pie­ro », «Dopo Del Piero, Belen in bianconero».«Non ci sembra vero la Juve senza Del Piero» e via di questo passo.

Agnelli e la società? Ignorati, come era logico che fos­se, visto che mica si può contesta­re il padrone del vapore. Poi, la partita. Che si metteva su­b­ito sul binario giusto per i bianco­neri: dopo poco più di cinque mi­nuti, Matri già buttava il pallone dentro deviando un tiro dal limite di Marchisio. Era una Juve che pre­sentava Estigarribia all'esordio da titolare e che provava ad accelera­re appena possibile: il Genoa era come tramortito, quasi spettatore e poco più, capace inizialmente di farsi vedere solo su calci piazzati. Storari si trovava il pallone tra le mani dopo un colpo di testa di Dai­nelli, poi Chiellini aveva sulla testa il pallone del possibile 2-0 ma lo sprecava. E allora il Genoa ringra­ziava mettendo in scena la più bel­la azione dei primi 45': Merkel si trasformava da francobollo di Pir­lo a trequartista dai piedi buoni, Marco Rossi si mangiava Chiellini con un movimento da attaccante vero e, dopo la doppietta segnata alla Juve nel febbraio 2010, regala­va ai suoi il pareggio.

La Signora subiva il colpo e lo sta­dio pure, fino a quando un errorac­ci­o di Veloso non permetteva a Vu­cinic di arrivare davanti a Frey cal­ciandogli però addosso. L'1-1 del primo tempo era tutto sommato giusto: buona Juve per venti minu­ti, poi tanto Genoa e bianconeri in evidente calo di zuccheri ed entu­siasmo. In attesa dell'eventuale in­gresso di Del Piero, era poi ancora Matri (due volte) ad attaccare la spina, ma anche una girata di Me­rkel e una di Chiellini mica scher­zavano come pericolosità.

Un'in­venzione di Pirlo (palla lasciata scorrere su assist di Vucinic) spedi­va poi ancora in gol lo scatenato Matri, arrivato al terzo gol in cam­pionato. A quel punto pareva fini­ta, ma una dormita generale della difesa permetteva al neo entrato Caracciolo di trovare il 2-2 prolun­gando la settimana storta a tinte bianconere.

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