da Torino
Non era mai accaduto. Che due attaccanti della Juventus venissero convocati in azzurro e che Del Piero rimanesse a casa per scelta tecnica in occasione di una partita fondamentale per i destini dell'Italia. Domenica sera si è con ogni probabilità chiusa davvero un'epoca: il capitano della Juventus non rientra più nei piani di Donadoni, il quale da un lato ha deciso di affidarsi a giocatori che meglio interpretano il suo modo di vedere il calcio, dall'altro ha scelto di iniziare a conoscere giovani interessanti. In casa Juve abitano entrambi i modelli: Vincenzo Iaquinta, 28 anni da compiere il 21 novembre, è il giocatore affidabile per eccellenza, Raffaele Palladino il virgulto di 23 anni che scalpita e che è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante. Del Piero, pur avendo vissuto di recente giorni straordinari per emozioni e risultati (in successione cronologica: rinnovo del contratto con la Juve fino al 2010, nascita del figlio Tobias, 33º compleanno festeggiato affrontando l'Inter da titolare), appartiene ormai a un passato dorato quanto difficile da replicare. Se ne è accorto Ranieri, che lo ha tolto sia contro i nerazzurri che a Parma, ottenendo in cambio punti pesanti per la sua Juve (i suoi sostituti Camoranesi e Iaquinta hanno fatto sconquassi consentendo alla squadra di recuperare in entrambi i casi), lo aveva capito fin da prima Donadoni, innamoratosi di Di Natale e Quagliarella.
Nella Juve come in Nazionale, insomma, Del Piero sta lentamente scivolando ai margini.
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