TorinoA un certo punto Claudio Ranieri fa un bel sospirone, tipo quelli del «dica 33» in uno studio medico. Poggia le mani sul tavolo, con le braccia ben distese, e si toglie un piccolo rospo di gola: «Sono nel calcio da 40 anni e penso di essere abbastanza intelligente per capire come funzionano certe cose: adesso penso a fare i fatti, più avanti dirò quel che devo. Prima pensiamo a chiudere la stagione nel miglior modo possibile: poi faremo un bilancio complessivo e spiegherò tante cose».
Chissà se lo farà davvero. Chissà se sarà ancora sulla panchina bianconera l'estate che verrà. Tutti, in società, lo confermano ufficialmente: che però nella stanza dei bottoni non ci sia identità di vedute lo sanno anche i sassi. Lippi o non Lippi, Ferrara o non Ferrara, Conte o non Conte: la Juve è attesa da sei partite non inutili, da qui si deve ripartire.
Perché è chiaro che un altro mese e mezzo di gioco al massacro non gioverebbe a nessuno e rischierebbe di mettere in pericolo anche il terzo posto e magari il quarto: «Io assorbo il tutto lottando, come ho sempre fatto. E sono convinto che anche la squadra abbia il mio stesso desiderio e le mie stesse motivazioni: tutti stanno dando il massimo. Non c'è nessuno che mi rema contro, ne sono certo. Confermo quanto detto qualche mese fa: questo è uno dei migliori spogliatoi che abbia mai avuto».
Anche se mercoledì contro la Lazio, nella partita che ha fatto scoppiare il bubbone della contestazione, è parso strano vedere in panchina tutti insieme Del Piero, Nedved e Camoranesi, con Trezeguet in campo ma ormai da un bel po' trattato come una seconda linea: «Non è stata una scelta generazionale - spiega Ranieri -. Ho semplicemente fatto i conti con le energie di ognuno. Non ha funzionato, ma c'è sempre una spiegazione: non è però il momento di affrontare l'argomento, lo faremo più avanti e avrò molto da dire».
Altro sospirone, appunto. E comunque si riparte da Reggio Calabria. Dove serve una reazione da parte di tutti: la Juve arriva da due pareggi e altrettante sconfitte, la Reggina si gioca le ultime chance di salvezza «ma noi la faccia e la stagione. Dovremo avere ancora più rabbia di loro, le chiacchiere non servono più a nulla». Sarà comunque una Juve raccogliticcia, almeno in difesa: Chiellini ha il solito problema muscolare, Legrottaglie è reduce da una violenta forma di gastroenterite e quindi toccherà alla coppia Mellberg-Ariaudo.
Per il resto, tornano tra i convocati anche Zanetti (assente dal 1º febbraio) e Amauri (12 marzo): nessuno dei due dovrebbe cominciare dal primo minuto, ma una mano potrebbero darla in corso d'opera.
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