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«Juve vai! E non staccar più la spina»

Ci vediamo per il Fulham», dice John Elkann ad Alessandro Del Piero a margine di un’iniziativa voluta dalla Fondazione Giovanni Agnelli. Possibile che domani i due vadano anche a mangiarsi una pizza in seconda serata: prima, però, la Juventus cercherà di mettere già al sicuro la qualificazione ai quarti di Europa League battendo la squadra allenata da quel simpaticone di Roy Hodgson (do you remember, Inter?) e di proprietà di Mohamed Al-Fayed, famoso alle cronache per la tragica morte del figlio Dodi con Lady Diana. Non è la Champions, è chiaro, ma quella è ormai una vecchia ferita e la Juve nuovo corso del professor Zac ha preso gusto a vincere indipendentemente dalla competizione. E anche i tifosi paiono apprezzare l’operato dell’allenatore con la piadina: sui forum comincia a farsi largo l’idea che non sarebbe poi tanto sbagliato confermarlo alla guida della Signora anche l’anno che verrà, idem in società. E, ieri, lo stesso John Elkann non ha chiuso la porta di fronte a un’eventualità del genere: «Siamo finalmente soddisfatti, molto. Ogni partita va però affrontata come un episodio a sé: non abbiamo ancora fatto nulla ed è meglio non volare troppo con la fantasia. I piedi vanno tenuti ben piantati per terra: ci è già successo più volte di credere di avere superato il momento peggiore, dovendo poi ricominciare da capo».
Avanti piano, insomma. Almeno con l’entusiasmo. Però, questo Zaccheroni che ha rimesso in piedi una creatura molle e fragile non merita nemmeno di essere considerato tra i candidati alla panchina in vista della prossima stagione? «Al momento, lui è l’allenatore della Juve». Sorrisino. Pausa. Manco fosse Adriano Celentano. Però John Elkann è fatto così: poche parole, possibilmente che non si prestino ad alcun malinteso. Di Zaccheroni parlano tutti bene, i giocatori lo hanno promosso a pieni voti e non mancano di sottolinearne le capacità: «Per adesso non ho nulla da aggiungere sull’argomento - è il catenaccio del nipote di Gianni Agnelli -. In futuro, vedremo. Intanto, dobbiamo fare di tutto per centrare l’obiettivo principale che ci siamo posti, ovvero il ritorno in Champions League. Quanto all’Europa League, siamo la Juve: e quando la Juve scende in campo, deve farlo sempre per vincere. In Italia e in Europa. Fiducioso? Certo. Ma, vista la situazione in cui ci siamo cacciati, tutte le partite e tutti i momenti sono importanti. Dobbiamo tenere attaccata la spina e andare avanti così fino all’ultima partita ufficiale. Dopo di che, tireremo le somme».
Anche per quanto riguarda il futuro di Zac, è chiaro. Perché è vero che il sogno invernale di Rafa Benitez non è tramontato, che il ritorno di Fabio Capello è ipotesi affascinante (ma entrambe sono strade piene di difficoltà) e che non vanno trascurate nemmeno le ipotesi legate ad Allegri, Prandelli, Conte, Giampaolo e chissà chi altri: però, insomma, se Zaccheroni piazzerà la truppa in Champions e magari vincerà l’Europa League, perché cacciarlo? Costerebbe certo meno di Benitez e Capello (un terzo, almeno), avrebbe già piena conoscenza dell’ambiente e farebbe i salti di gioia nell’apporre la firma sotto qualsiasi contratto la dirigenza gli proporrebbe. Non resta che vincere, insomma. Sotto gli occhi di John Elkann, domani sera all’Olimpico.

Con Del Piero che potrebbe tornare titolare in coppia con Iaquinta (in attesa del ritorno dell’infortunato Amauri, che tra un mese sarà italiano), con Poulsen al posto dello squalificato Felipe Melo e con Cannavaro vice-Chiellini: Hodgson permettendo, la Juve intende mettere subito un piedino nei quarti di finale.

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