Marcello Di Dio
nostro inviato a Bari
Un segno del destino: la nuova era della Juventus inizia dove si era conclusa quella vecchia. Con un 3-0 al povero Martina che rappresenta il primo piccolo traguardo stagionale, il passaggio al secondo turno di coppa Italia avversaria il Cesena. Il 14 maggio scorso a Bari Luciano Moggi si fece da parte con le lacrime agli occhi, coinvolto nello scandalo di Calciopoli. In quasi cento giorni è cambiato tanto, anzi quasi tutto in casa Juve. Intanto quello scudetto non cè più, è finito sulle maglie nerazzurre. Anche se la curva degli Irriducibili bianconeri lancia un messaggio agli interisti: «I campioni dellItalia siamo noi».
La cruda realtà, invece, parla di un San Nicola popolato da ottomila anime (un sesto di quanti erano a festeggiare linutile titolo di tre mesi fa) e di una Juve invischiata già dal primo turno nellinferno della coppa Italia, una volta ritenuta un fardello di troppo in un calendario superaffollato e ora invece un obiettivo da centrare per rientrare in Europa dalla porta «secondaria». E la prima notte da squadra meno blasonata è poco più che un allenamento. Volenterosi e poco più i ragazzi del Martina, con una rosa ridotta allosso (lesterno Cardascio, con i suoi 27 anni, è lunico «veterano») e guidata in panchina dal preparatore atletico. Ma dopo sette minuti il gol in diagonale bello come lazione che porta alla rete di Marchionni mette già sui binari giusti la partita per i bianconeri. Che alla fine del primo tempo è già finita, grazie alla giocata da trenta metri di Bojinov che fa strabuzzare gli occhi dei presenti e che spegne le scarse velleità dei pugliesi. Contenti solo di aver fatto comunque una bella figura al cospetto degli avversari e un incasso (oltre 127mila euro) che servirà a dare ossigeno a una società in piena crisi finanziaria.
La Juve diverte, è determinata, fa la partita anche nel secondo tempo e gioca anche con troppa aggressività, se è vero che Nedved (oltre a segnare il terzo gol con un tiro di destro da fuori area) rimedia un giallo. Ma il giudizio è per forza rimandato a test più probanti, anche se i vari Marchionni, Chiellini e Paro rappresentano in prospettiva giocatori validissimi. Sugli spalti un copione che sembra quasi scritto: i tifosi juventini (pochi) che regalano cori di incitamento e gli insulti, che saranno un refrain stagionale, verso il commissario Guido Rossi. Applausi a Pessotto, uno striscione contro Capello e pro Del Piero (che, ancora in ritardo di preparazione, ieri sera non cera così come Camoranesi e Trezeguet), cori per Nedved e per la «prima» stagionale (da spettatore non pagante) di Buffon dopo il titolo mondiale due dei quattro reduci di quel pomeriggio di maggio con Giannichedda e Balzaretti -. La faccia sorridente del portiere è uno degli stimoli maggiori a ripartire. Poco importa che ieri i tifosi del Martina gridassero in maniera ironica «serie B, serie B».
Intanto la società sta studiando le prossime mosse da seguire nella battaglia contro la sentenza della Corte federale. Il Cda straordinario di domani deciderà quale strada intraprendere: larbitrato del Coni (restando così nellambito della giurisdizione sportiva) oppure il ricorso al Tar del Lazio e alla Corte di giustizia europea. La serie B a -17 è ritenuta inaccettabile, una condanna sproporzionata a quella delle altre società coinvolte, lesiva degli interessi economici di un club quotato in Borsa. In apertura di seduta, al consiglio bianconero verrà letta una sintesi delle osservazioni fatte dal pool legale, poi si aprirà la discussione, con la valutazione di tutti i rischi connessi a un eventuale ricorso al Tar. Nella decisione finale sarà sicuramente determinante il parere di Carlo SantAlbano, il consigliere bianconero che è amministratore delegato dellIfil.
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