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Kakà, nuovo assalto da Real e Chelsea

Ma l'asso brasiliano rassicura i rossoneri: "Resto qui e gioco con Ronaldinho. Possiamo coesistere come nel Brasile. Sheva? Gli vogliamo bene, lo aspettiamo. Gattuso? È un simbolo, non se ne andrà"

Kakà, nuovo assalto da Real e Chelsea

Milano - Sincronismo perfetto. I siti spagnoli ricominciano a mettere nel mirino Kakà e la sua «allergia» all’arrivo di Ronaldinho nel Milan e il Pallone d’oro in carica si presenta in sala stampa per dettare le sue ultime volontà sull’argomento. «Possiamo giocare insieme come succede nella nazionale del Brasile» spiega Riccardino scandendo bene la dichiarazione che vuole chiudere il portone in faccia alle polemiche e ai veleni provenienti dai media. E invece non riesce a frenare la valanga in arrivo dalle solite direzioni, Inghilterra e Spagna tanto per cambiare, e non fa differenza alcuna tra giornali screditati e siti notoriamente inaffidabili. Cavalcano la stessa tigre, tutto fa brodo, anzi calcio-mercato di questi tempi. Kakà tiene al suo onore e anche ai buoni rapporti col Gaucho perciò smentisce una inimicizia accreditata da qualche superficialone. Qui, dalle parti di Milanello cioè, si parla infatti di altro, dell’accoglienza poco entusiasta di Ronaldinho e dei suoi noti difetti che poco si conciliano con i precetti rossoneri. «Se viene ci porterà grande qualità, col pallone tra i piedi sa fare cose uniche. Ai mondiali del 2006 non abbiamo fatto bene per diversi motivi ma in altre occasioni abbiamo dimostrato di riuscire a giocare bene insieme» la spiegazione successiva di Kakà. Che si tradisce in un passaggio di tipo privato. Da quando non vi sentite?, gli chedono curiosi i cronisti. E lui sincero di getto risponde: «Ci siamo visti l’ultima volta a novembre». Segno che si frequentano per dovere e non si cercano per piacere. Mai messo in dubbio che possano giocare insieme, come sogna Berlusconi raccontando persino a Putin del trio delle meraviglie messo in cantiere (Pato, Ronaldinho e Kakà).

Dal giorno del rinnovo del principesco contratto economico, Kakà non ha più dubbi. Il suo futuro è col Milan, tanto da affidare alla società berlusconiana la pratica relativa al visto per Pechino 2008, «a me farebbe piacere partecipare, decide il club in base al piazzamento in Champions» la frase-civetta che vuol dire tutto. Senza Champions Kakà insiste per le Olimpiadi, non certo per lasciare Milanello come scrivono a Londra e a Madrid, accreditando assalti di Chelsea e Real (ma non era interessato a Cristiano Ronaldo?) al brasiliano. «Molti confondono i propri sogni con la realtà» è la risposta serafica di Adriano Galliani, rilassato anche al cospetto delle solite rivelazioni provenienti da Barcellona, così piene di imprecisioni da risultare chiacchiere da bar (15 milioni per 5 anni garantito dal Milan a Ronaldinho: bufala; proposta per 4 anni a 9 milioni netti l’anno; senza i diritti d’immagine, utilizzati per intero dal fratello-agente anche in Spagna). Sul fronte la posizione del Milan, in accordo perfetto col Barça, è sempre la stessa: rispetto rigoroso degli impegni di Champions di Rijkaard e dei suoi.

Perciò dell’esternazione di ieri da parte di Kakà, la parte più attraente riguarda il suo sguardo dal ponte. «Non credo che Gattuso lascerà mai il Milan perchè lui è uno dei simboli di questa squadra» scolpisce il Pallone d’oro che parla da leader e da capitano in pectore (a proposito, quello in carica, Paolo Maldini, per lesione ai flessori della coscia sinistra, chiude col campionato). Specie quando aggiunge: «Non riesco a vedere un Milan senza Gattuso e senza Champions». È il suo incoraggiamento alla squadra che deve fare 5 successi su 5 per tentare di rimontare il distacco (4 punti) dalla Fiorentina. Diverso, molto diverso rispetto al virgolettato su Dinho, il tono usato per il ritorno di Shevchenko. «Qui gli vogliamo bene, sarei contento se tornasse» la sua dichiarazione che esprime un sentimento più generale, di tutto lo spogliatoio e che mette Andrij di buon umore. Anche a Londra immaginano che l’operazione del ritorno di Sheva in Italia possa servire come chiave per l’accesso al tesoretto Kakà, accreditando in tal senso l’intenzione di Abramovich di destinare al mercato dei blues la cifra di 100 milioni di sterline, mica bruscolini.

Altre illusioni.

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