da Milano
Questo è parlar chiaro. Riccardino Kakà coglie al volo una pubblica occasione (come testimonial di Armani ha partecipato alla giornata mondiale contro lAids) per mettere un po di puntini sulle i di Milan e Real Madrid e dellossessivo duello di calciomercato sotto traccia tra Calderon, presidente madridista, e Galliani, vicepresidente rossonero. «Non so più cosa fare per mettere fine a questa telenovela» comincia il brasiliano, ed è una specie di lamento che diventa via via un avviso ai naviganti spagnoli. «Ho un contratto fino al 2011 e intendo rispettarlo, al Milan sto benissimo e sono felice» la sua frase secca impreziosita dalla precisazione che «di mercato parla la società», come per aggiungere un codicillo di grande significato che tradotto suona più o meno così: «Sul mio futuro decide Galliani». E a proposito di mercato, Kakà non si sottrae neanche alla suggestione Shevchenko finita su tutti i giornali, in prima pagina. «Parlo spesso al telefono con lui, mi dice che ha una gran voglia di scrivere una bella storia col Chelsea anche se non è ancora al 100% della forma, non so se torna, chiedete in sede» la frase delicata che tiene al riparo un sincero sodale.
Kakà parla chiaro anche delle sue recenti condizioni. Rischia di saltare Cagliari per un dolore al piede che lo tormenta da qualche giorno. «Ho provato a correre senza riuscire, rifarò il test prima di partire per Cagliari» fa sapere prima di dedicarsi alla spina nel fianco, gli infortuni. «Sono quelli che stanno frenando il nostro rendimento» sostiene Riccardino confermando lintervento alla spalla per Nesta, Serginho (microchirurgia allernia del disco, ritorno previsto a fine gennaio) e forse anche per Dida. «Eppure sono ottimista» interviene il giovin campione di San Paolo che rende conto dello stato danimo del Milan nei confronti del presidente Silvio Berlusconi.
A Cagliari, se il brasiliano non dovesse farcela, giocherebbe Gourcuff mediano con Oliveira e Seedorf dietro lunica punta Gilardino.