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Kakà: «Userò la nazionale per convincere Ronaldinho»

da Milano

La domenica degli scontenti va in scena al Meazza. Scontenta l'Atalanta, che non vince da otto turni, vede i suoi scivolare troppe volte («colpa della patina su un campo molto duro», lamenta Doni), paga assenze e occasioni bruciate. Scontento anche il Milan, però e Kakà lo dice subito. «Siamo felici per il risultato che ci avvicina alla zona Champions, non per come abbiamo giocato. Ora cercheremo di capire perché. Ancelotti ha provato a sistemare la squadra nell'intervallo...». E non deve esserci riuscito. «Dopo un primo tempo più che discreto - spiega il tecnico - e con una buona prova del terzetto brasiliano in attacco, non mi è piaciuto l'atteggiamento della ripresa: invece di gestire l'1-0 con il possesso palla, ci siamo affidati al contropiede, fallendo il raddoppio. La difesa si conferma solida? A volte sì, a volte no. Consideriamo però gli infortuni, vedi il caso di Nesta». La buona notizia è la rete dell'angelo biondo Ambrosini, che si gode la carezza del mister («per noi è importante, è il nostro specialista nei colpi di testa»), torna in azzurro ma suona il disco di tutti. «Dovevamo segnare di più, l'errore è stato arretrare nella ripresa».
Tema-Maldini: il ginocchio del capitano verrà operato solo in estate, si punta a riaverlo contro la Roma. Tema-mercato. «In nazionale chiederò a Ronaldinho se vuole venire al Milan», si incarica Kakà; «la possibile trattativa per la stella del Barça non deve distoglierci da investimenti in altri reparti», butta lì Ancelotti; «con Oddo, Bonera, Kaladze, Jankulovski la difesa è giovane», tampona Galliani. Tema-mister, ancora l'amministratore delegato: «Il nostro tecnico ideale è chi è stato un grande giocatore nel Milan degli ultimi vent'anni». Quindi anche Rijkaard.

«Ancelotti ha un contratto, può stare sereno».

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