Caro Kaladze, è vero, come suggerisce Cuper, che i nazionali della Georgia sono con le gambe a Udine ma con la testa a Tbilisi?
«La scelta di trasferire in Germania la partita inaugurale del girone ha provocato in tutti noi un grande dispiacere. Che ha riflessi anche pratici oltre che sentimentali: un conto è giocare in uno stadio pieno, con 80 mila che fanno il tifo, come sarebbe capitato a Tbilisi, e un conto giocare in uno stadio semi-deserto a Magonza, quasi fosse un’amichevole di mezza settimana».
Non sarà che sul vostro umore incidano anche le notizie provenienti da casa?
«Naturalmente. C’è ancora una diffusa preoccupazione dalle mie parti, le truppe russe sono sempre sul nostro territorio e il nervosismo, chiamiamolo così, è diffuso. Il problema dell’autonomia dell’Ossezia del sud resta».
Quando pensate di tornare a giocare in Georgia?
«Nel prossimo mese di ottobre, ma non sarà una festa: ci sono stati troppi morti».
Come spiega quella lettera al presidente Berlusconi?
«L’ho scritta di getto ascoltando il cuore».
Passiamo al calcio: è cominciata male l’avventura di Cuper...
«Non lo conoscevo personalmente, qui ho preso a fargli da interprete. Chi volesse dare dei giudizi sul suo lavoro deve aspettare, ha appena cominciato. E ha cominciato da zero, provando a rilanciare la nostra nazionale attingendo a piene mani ai giovani. Ce ne sono tantissimi che premono alle nostre spalle».
Don Hector si trasferirà a Tbilisi?
«Non credo, immagino che continuerà a viaggiare. Il nostro limite è rappresentato da due fattori: la cifra tecnica del nostro campionato nazionale da una parte e la presenza dei più bravi all’estero, tra Ucraina, Russia e Italia».
Com’è andata contro Trapattoni?
«Chi volesse leggere la nostra prova attraverso il risultato, commetterebbe un errore. E sapete perchè? I due gol presi sono il frutto di nostri clamorosi errori: il primo nasce da un mio passaggio sbagliato, il secondo è un infortunio del portiere. Ma la nostra risposta, sul piano del temperamento, è stata positiva ed apprezzata dal pubblico».
Lippi vuole anticipare il campionato per evitare figuracce tipo Cipro: condivide?
«Non è la prima volta che succede, chi sa di calcio non si meraviglia affatto. È normale trovare la nazionale azzurra lontana dalla forma migliore: l’avvio stentato di Inter, Roma e Milan lo conferma. Iniziare bene è quasi impossibile, in Italia».
Vuole forse giustificare lo scivolone del Milan?
«Sono dispiaciuto ma non preoccupato. Dispiaciuto perchè potevamo rimediare almeno un punto. Miglioreremo, questo è sicuro, a cominciare da Genova, domenica prossima».
Lei passa per uno di quelli che ha preso bene il ritorno di Sheva: perchè?
«Risposta semplice: perchè chi come lui ha fatto tanti gol in carriera, non ha perso l’abitudine. Semmai deve recuperare la fiducia oltre che l’autostima: in due anni di calcio inglese erano finite sotto i tacchetti degli scarpini».
Ha sentito di Ronaldinho che ha sbagliato un rigore?
«È stato l’unico che si è salvato contro il Bologna, speriamo che il Brasile non ce lo deprima».
Lippi è troppo conservatore con la nuova Italia?
«Avrà fatto i suoi calcoli, ha una grande esperienza e non può essere attaccato al primo test negativo. Piuttosto non pensi che contro la Georgia sarà una passeggiata, abbiamo dentro tanta rabbia e tanta voglia di riscattarci».
Fare gol a Buffon non è proprio uno scherzo...
«Se è per questo ci siamo già riusciti a Tbilisi, durante l’altra sfida, ai tempi di Donadoni. Non esistono i portieri imbattibili e le squadre invincibili».
Gattuso s’è rotto un polso...
«Mi dispiace molto per Rino, non ho visto il filmato ma me l’hanno descritto, è stato un incidente strano».
Chi preferisce come rivale, Toni o Gilardino?
«Meglio lasciar fare a Lippi.
Ce la farete a qualificarvi?
«Ci proveremo, ci batteremo come leoni. A cominciare da mercoledì sera a Udine».
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