Una kermesse internazionale non si può fare solo con il web

Una kermesse internazionale non si può fare solo con il web

Caro Massimiliano e gentile Roberta Bottino, dicono che in tutta Genova non si trova più (chissà se prima...) un depliant dell’Euroflora, e per dirla alla moda del grande Rostand, al final della licenza non «tocca» a nessuno darcelo a sapere.
Al massimo usatevi l’internet se proprio lo volete, dice il Lombardi.
O forse è meglio metterla sotto la forma, ahimè fin troppo usuale da queste parti, che a nessuno «tocca» la responsabilità di avere avuto torto o chi eventualmente ha sbagliato.
Beh, lo si sapeva di già che sarebbe andata a finire così.
Nel precedente fondo avevo manifestato unicamente delle problematiche che riguardavano il senso politico dell’accaduto e cosa, a mio modestissimo avviso, andava fatto per ovviare a future simili problematiche.
Avevo scritto di questioni solo politiche perché continuo a pensare che nel turismo e nella cultura, che per me rimangono le uniche vere e possibili fonti di guadagno per questa città (tutto il resto viene di conseguenza), non c’è destra o sinistra che tenga, e le due «cose» dovrebbero andare in perfetto accordo.
Ma campa cavallo.
Trascurando volutamente, per non «urtare» nessuno, di inserire un mio personale commento sull’operatività della Fiera di Genova.
Però dopo aver letto la «difesa» di Paolo Lombardi, il Presidente della Fiera di Genova, devo caratterialmente cadere nel tecnico e nella logica di quello che veramente si può definire un buon marketing.
E ti giuro che non lo volevo fare, ma quando ce vo’, ce vo’.
E poi basta con ’sta mania di far intendere che siam tutti bravi, che non abbiamo mai niente da imparare, che non sbagliamo mai e il logorroico: «l’emmu sempre fetu cuscì» (abbiamo sempre fatto così).
Non se ne può più.
Leggo, dal buon Lombardi, che nel 2011 internet la fa da padrona e quindi quello che conta non è il depliant, ma che la rassegna dei fiori abbia un sito fatto bene.
Beh, per prima cosa il sito di Genova Fiere è piuttosto antiquato (la spia è anche il Copyright 2002-2006 di fondo pagina), lo si vede analizzando il codice delle pagine Html (ad esempio usa ancora le tabelle invece dei fogli Css, ma questo conta dal punto di vista strettamente tecnico).
Sul piano dell’usabilità, ad esempio, il pannello delle news dovrebbe stare a destra e non a sinistra: il 90% della popolazione mondiale è destrimano.
Dal punto di vista grafico non è certo il massimo (non è nemmeno centrato sul browser) e abbastanza ridotto nel complesso delle informazioni (vedi mappa del sito).
Non sembra utilizzare uno dei tanti Content management system (Cms, anche open source) che oggi vengono normalmente usati per siti informativi di questo tipo.
C’è poi da dire che i contatti giornalieri (110) che riceve il sito sono veramente ben poca cosa, perché se ci togliamo quelli dei tecnici che inseriscono le news e quelli degli impiegati che sicuramente hanno nella home page il sito della Fiera, si arriva a 40/50 contatti al dì.
Senza contare che Genova è la città più vecchia d’Italia e di conseguenza non è che l’internet sia tanto trattato.
«Tutto sbagliato tutto da rifare», che è il mio blog sul turismo (perdonami l’auto gratuita pubblicità, ma leggerlo a tanti può anche servire) ne ha circa 100.000 al mese; cosa non riscontrabile neanche tra quelli del Comune, della Provincia e della Regione, dove nessuna ottiene altrettanti contatti, anzi, molto ma molto distanti.
Parlo del blog perché attraverso i suoi commentatori, con cui ho anche una giornaliera comunicazione personale e che sono tutte persone che nell’ambito turistico ci lavorano da svariati anni, ho subito fatto una ricerca in tutta l’Italia per sapere se l’avvenimento floreale genovese fosse. e il risultato non è certo stato molto lusinghiero.
Probabilmente qualcuno dirà che è sfuggita anche a loro.
Comunque sia, e come sempre al finale delle mie «critiche costruttive», vorrei infine lanciare un consiglio o se preferisci un suggerimento: «è stato fatto, negli anni addietro, un censimento di provenienza dei visitatori?».
Perché se sì, io non l’ho mai visto (che mi sia sfuggito?); se invece no, si potrebbe cominciare a farlo per capire dove e come eventualmente distribuire il marketing negli anni a venire.
Insomma, un database semplice semplice.
E già che ci sono, un altro mio piccolo parere al dottor Paolo Lombardi: «Vada sul sito relativo all’Expo, ecco... oggi i siti si fanno in questo modo qui (oltre che dal punto di vista grafico è valido anche dal punto di vista tecnico, se si analizzano le pagine Html).

«Video, foto, links ai social network, ecc. ecc.».
Perché con 40/50 contatti al giorno non si va da nessuna parte e a qualcuno «tocca» per forza. Rimediare, perché non è molto vero che a Genova tutto va bene; o no?
*Esperto di turismo internazionale

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