Khamenei: Israele si sta avvicinando al suo destino finale

Teheran Il ventunesimo anniversario della morte dell’ayatollah Khomeini, fondatore della Repubblica islamica in Iran, ha fornito ai dirigenti della teocrazia tuttora al potere a Teheran l’occasione di aggredire verbalmente i loro nemici interni ed esterni. La Guida suprema iraniana, ayatollah Khamenei, successore di Khomeini, parlando davanti a una grande folla, si è dedicato a Israele. L’anziano e ormai fragile leader religioso ha sostenuto che lo Stato ebraico si sta avvicinando «al suo destino finale, ossia la sua caduta e sparizione». Khamenei ha inoltre ricordato le parole dello stesso Khomeini, secondo le quali Israele è «un tumore canceroso». Il recente attacco contro la flottiglia che portava aiuti a Gaza, ha aggiunto, conferma «la natura barbarica dei sionisti».
Il presidente Mahmud Ahmadinejad ha invece rivolto i suoi strali prevalentemente all’opposizione interna, protagonista per quasi un anno (dopo le contestatissime elezioni presidenziali “vinte” dallo stesso Ahmadinejad il 12 giugno 2009) di una rivolta contro la leadership integralista che ha portato l’Iran sull’orlo della guerra civile. Il capo dello Stato ha accusato i riformisti di fiancheggiare «i peggiori nemici» della Repubblica islamica e dell’ayatollah Khomeini. «Sarete eliminati» dal popolo, ha minacciato il presidente iraniano, davanti all’enorme folla riunita al mausoleo dell’ayatollah Khomeini, a sud di Teheran. Oggetto diretto di tali minacce è stato ieri Hassan Khomeini, nipote del defunto leader, di cui sono note le simpatie per i riformisti e il cui discorso è stato disturbato con slogan minacciosi che l’hanno costretto a lasciare il palco.
E mentre i suoi sostenitori, la parte più integralista della base politica del regime, urlavano i soliti slogan («Morte all’America, morte a Israele, Allah è grande») Ahmadinejad è tornato a difendere l’esito delle elezioni di un anno fa, contestate dall’opposizione: «Sono state libere al cento per cento, il governo iraniano è il più democratico al mondo e lo scorso anno ne abbiamo avuto la dimostrazione», ha detto.

Il presidente iraniano ha colto l’occasione per lanciare un nuovo messaggio all’Occidente sul programma nucleare di Teheran: «Difenderemo i diritti della nostra nazione, anche se dovessero arrivare nuove sanzioni» da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha assicurato.

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