(...) laggravante contestata con la premeditazione. In termini pratici significa che nessun giudice potrà dargli lergastolo, ma al massimo una pena di trentanni.
Non solo. Ora inizia la battaglia più lunga per il suo avvocato, Riccardo Lamonaca, che ieri ha incassato un altro successo importante. Il giudice per ludienza preliminare di Sanremo, Eduardo Bracco, ieri ha sì accolto la richiesta di rito abbreviato, ma ha anche disposto una nuova perizia psichiatrica su Delfino, accusato tra laltro di aver ucciso pochi mesi prima a Genova anche unaltra sua ex fidanzata, Luciana Biggi. Una piccola anomalia, peraltro non rara, per un processo che prevede in linea di massima lacquisizione delle prove e degli elementi raccolti fino al momento delludienza preliminare. Niente testimoni in più, niente supplementi di indagine. Il giudice però ha la facoltà, e in questo caso lha esercitata, di chiarire un eventuale punto ancora oscuro, un particolare, fosse anche quello decisivo.
E stavolta il gup ha chiesto di approfondire la perizia psichiatrica su Delfino, nominando un suo esperto, diverso da quello del pm, della famiglia della vittima e della difesa. «Partiamo tra laltro da un punto condiviso sia dal perito del pubblico ministero sia da quello della difesa - osserva lavvocato Lamonaca - Un caso non così abituale in processi di questo tipo. Entrambi gli specialisti di accusa e difesa concordano sul fatto che il mio assistito sia un soggetto affetto da disturbo della personalità, border line, paranoide e narcisista». Un passo importante verso la seminfermità mentale di Delfino. Il passo che potrebbe «regalargli» lo sconto di pena maggiore. Tra laltro nella perizia della difesa si sottolineano anche aspetti che potrebbero far pensare alla totale incapacità di intendere e volere (cioè allassoluzione dellimputato), ma questo è un aspetto che verrà eventualmente preso in considerazione dal pool di periti. Sì, perché il prossimo 13 giugno il gup di Sanremo darà lincarico al professor Graziano Murgia di Spezia, il quale sarà affiancato dallo psicopatologo genovese Marco Lagazzi per la difesa, dal professor Stefano Ferracuti, psicologo clinico dellUniversità La Sapienza di Roma per la famiglia di Antonella e il dottor Franco Freilone, per laccusa.
Dal loro lavoro dipenderà parecchio lesito del processo vero e proprio, in programma verso settembre. In quel caso sarà questione di poche ore, massimo uno o due giorni, e si saprà la condanna (o lassoluzione) per Luca Delfino, che ieri allarrivo in aula ha continuato a recitare la sua «solita» parte fatta di accuse ai presenti e di invocazioni per poter rivedere Antonella che «è viva». Tuttaltra storia, invece, per il processo «genovese», per laccusa dellomicidio nei vicoli di Luciana Biggi. Per quel delitto resta lunico accusato, ma è sempre rimasto a piede libero perché il pubblico ministero Enrico Zucca non aveva ritenuto sufficienti ad arrestarlo le prove raccolte dalla squadra mobile. Dopo lomicidio Multari era esplosa la polemica per quella seconda vittima «evitabile». Il capo della squadra mobile genovese, Claudio Sanfilippo, aveva spiegato di aver chiesto larresto ma di essersi trovato di fronte alle perplessità del magistrato.
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