Il killer di Varese «Sono musulmano non mangio carne di maiale»

«Sono musulmano, non mangio carne di maiale». Questo avrebbe detto Giuseppe Piccolomo, il 58enne imbianchino di Ispra arrestato per l’omicidio di Carla Molinari, alle guardie carcerarie che gli chiedavano cosa volesse mangiare. Una richiesta che viene fatta perché ai credenti di fede musulmana viene preparato un pasto privo di carne di maiale e non accompagnato da vino. Probabilmente non una bugia visto che «Pippo l’attaccabrighe» dopo la morte della prima moglie si era risposato con la sua cameriera marocchina, dalla quale sembra abbia avuto due figli. La sua presunta conversione religiosa non era un gran mistero, nemmeno fra gli avventori del bar del centro commerciale di Cocquio Trevisago diventato quasi la sua seconda casa. Non risulta, comunque, frequentasse moschee o luoghi di culto musulmani. Risulta invece, dalle testimonianze del bar che trascorreva interi pomeriggi seduto al tavolino con la Gazzetta dello sport fra le mani. Particolarmente «devoto» al Milan, era andato anche a Vienna in occasione di una finale di coppa dei campioni e c’è chi lo ricorda vestito da diavolo con in mano il tridente in plastica.
Ieri intanto il gip, che lo aveva interrogato domenica senza ottenere risposte, ha convalidato l’arresto.
E ora spuntano altri particolari. Piccolomo nei giorni successivi al delitto si sentiva sicuro. Non aveva cambiato abitudini, e nemmeno il suo fare strafottente. A un amico disse: «Vedrai che i carabinieri prenderanno il primo che passa, lo mettono dentro e non potrà che chiedere la clemenza della Corte».
La conversazione, colta dagli agenti della Squadra mobile e finita in un’annotazione di polizia giudiziaria, secondo l’accusa dimostra la consapevolezza che il depistaggio messo in atto dall’uomo avrebbe potuto sortire effetti.
Piccolomo, infatti, aveva messo nell’appartamento della vittima quattro mozziconi di sigaretta di marche diverse che aveva prelevato da un posacenere nel centro commerciale. Quattro Dna diversi per confondere le acque.

Ieri, nel corso dell’udienza di convalida del fermo, l’accusa ha anche depositato le dichiarazioni delle due figlie che Piccolomo ebbe dal primo matrimonio con Marisa Maldera, morta in un incidente d’auto nel febbraio 2003. La donna finì carbonizzata mentre lui si salvò senza un graffio. E ora le due donne chiedono di riaprire le indagini sulla fine della loro madre. Sono convinte che a ucciderla sia stato il padre.

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