Kimi, guasto a parte in pista era imprendibile

Proprio non c’è verso, in questa stagione, di delineare una valida gerarchia in casa Ferrari ed una buona graduatoria alle spalle del Cavallino, dopo la serie di guai della McLaren e dopo lo scambio di valori fra Bmw e Toyota, con il felice esito di Trulli, nostro amatissimo pilota, campione anche di correttezza, serietà, tecnica e buona educazione. Tuttavia, quando un uomo come Raikkonen, che è stato alla pari di Massa (41 millesimi di secondo con 5 kg in più sono una nullità) in qualifica, disputa il primo 30% del Gp di Francia in crescendo, con un guadagno di 4”3 (primo «pit stop») sul compagno-rivale, per continuare fino ai 6”6 di metà percorso, credo che ce ne sia abbastanza per la tanto attesa disciplina di squadra. Il distacco di un terminale dello scarico rappresenta una delle colpe meno gravi nell'affidabilità: statisticamente, ogni parte metallica, soggetta a tormenti termici e meccanici, può cedere, pur se raramente. Ecco, allora, l’impreparazione della maggioranza. Nessuno che cominci a ricordare che ogni anomalia all’impianto di scarico comporta un calo di potenza del motore. Solo i più vecchi sanno che una macchina, in quelle condizioni, riesce ad arrivare quasi sempre sino in fondo. Nei miei 60 anni di motorismo, ho assistito anche ad un finale vittorioso. Che razza di tecnici sono quelli che parlano, alla Rai-Tv, di rigidezza (astratta) in luogo di rigidità (concreta e sola presente nei testi di fisica), o di gomme «hard», non usate a Magny Cours, proprio non si capisce.

E quel che manca a questa Formula 1, dominata da personaggi sempre più sprezzanti e dispotici (mi spiace per la lunga amicizia con Bernie Ecclestone), che distruggono impianti, macchine e rispetto per lo sport, è proprio un maggior riguardo per gli appassionati più giovani.

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