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Koizumi cade sulle Poste Nuove elezioni in Giappone

da Tokio

Il governo del primo ministro giapponese Junichiro Koizumi si è dimesso ieri e il premier ha annunciato elezioni anticipate per il prossimo 11 settembre. La decisione di Koizumi è stata presa subito dopo la bocciatura in Senato del progetto di legge sulla privatizzazione delle Poste. Koizumi, capo del Partito liberaldemocratico, ha dichiarato che si dimetterà da tutti gli incarichi politici nel caso la coalizione governativa - formata dal suo partito e dal Komeito - non conquistasse la maggioranza l’11 settembre. «La Camera Alta ha deciso che non vi è bisogno di una privatizzazione, ma io vorrei conoscere l'opinione degli elettori sulla questione», ha detto il premier. La campagna elettorale si inizierà il 30 agosto.
La crisi ha rivelato una frattura all'interno del Pld, al potere ininterrottamente da quasi 55 anni e, soprattutto, un'erosione dell'autorità di Koizumi. Una ventina di parlamentari ribelli dell'Ldp hanno fatto fronte comune con l'opposizione e hanno votato contro la privatizzazione: 125 i no, 108 i sì. La legge, fortemente voluta dal premier, avrebbe avuto come effetto quello di costituire la più grande banca privata del mondo, dato che le Poste giapponesi gestiscono risparmi e assicurazioni per 2.600 miliardi di euro.
Gli avversari della riforma sottolineano i rischi di aumentare i disservizi postali nelle aree rurali e la possibilità di licenziamenti.
Secondo Bari Kaieda, ministro dell'economia nel gabinetto ombra del Partito democratico, «le Poste rimarranno per il momento una società unica parastatale. Non c'è nessun motivo per privatizzarle.

La privatizzazione di Koizumi tende a trasformare le Poste in una banca privata come le altre».

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